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Barcellona, piano di riequilibrio in crisi: andamento lento

Comune di Barcellona

Il Comune di Barcellona, pur in forte crisi di liquidità e con una schiera di creditori che attendono di essere pagati, non sta attuando le manovre previste dal Piano di riequilibrio finanziario votato in Consiglio il cui esito resta tuttavia legato all'esame della Commissione centrale per la finanza e gli organici degli enti locali, organo questo del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del ministero dell'Interno, e della competente sezione della Corte dei conti.

L'unico atto propedeutico previsto dal Piano di riequilibrio è stato quello dell'aumento della Tasi dello 0,80%, che comporterà un maggiore esborso per i proprietari di esercizi commerciali, attività produttive e seconde case, stimato in complessivi 700 mila euro annui per i prossimi 20 anni.

Non sono stati invece ancora predisposti i bandi di vendita dei beni patrimoniali da alienare. Sull'alienazione dei singoli beni immobiliari, non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali svolte dall'ente, si fondano buona parte delle entrate che dovrebbero rendere credibile e solido il Piano di riequilibrio che spera di ricevere anche le risorse, oltre 12 milioni di euro, dal Fondo di rotazione finanziario messo a disposizione dallo Stato.

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