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Baraccopoli di Messina, frenata sulla dichiarazione di emergenza: il "no" della Protezione civile nazionale

La “missione sbaraccamento” registra una brusca frenata. La protezione civile nazionale, infatti, ha detto no alla dichiarazione di stato di emergenza chiesta dal sindaco De Luca e dal governo regionale guidato da Musumeci, ma apre ad un tavolo col ministero dell’Ambiente sul tema della bonifica delle aree da risanare. È questo l’esito del “blitz” che stamattina il sindaco ha effettuato al dipartimento nazionale di Protezione civile.

De Luca e gli assessori Mondello e Previti sono stati ricevuti, seppur senza appuntamento, dal capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli. “Ci siamo parlati con chiarezza - racconta De Luca - Borrelli ha affermato che lo stato di emergenza, ai sensi della normativa vigente, può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali, oppure per eventi connessi all'attività dell'uomo, che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con immediatezza di intervento con mezzi e poteri straordinari. Può essere dichiarato anche in caso di calamità naturali o gravi eventi all’estero ma comunque riferibile ad eventi non programmabili. Ciò non significa che non sia stato chiarito come le baracche di Messina non siano una condizione emergenziale ma, per la necessità di risanamento degli ambiti si poteva (e doveva!) intervenire con una programmazione ordinaria (visto il notevole lasso di tempo intercorso sino alla data odierna)".

"Il lassismo e l'inerzia - prosegue il sindaco - hanno determinato una condizione emergenziale che, a causa delle normative vigenti, non può essere trattato come evento emergenziale. In tale contesto si possono invece ottenere i fondi dal ministero dell’Ambiente per il risanamento ambientale cioè circa 50 milioni di euro ma per il resto ci devono pensare il Comune e la Regione Siciliana oppure una legge speciale dello Stato. Nei prossimi giorni ci sarà notificata formalmente la decisone che mi è stata anticipata verbalmente oggi”.

Quindi la staccata finale: “Ancora attendo che la grande politica mi faccia avere notizie. Ne prendo atto e vado avanti per la mia strada. Abbiamo perso un mese di tempo, ora pensiamo a recuperare assegnando i primi 600 alloggi, 500 già individuati sul mercato e 100 realizzati nell’ambito del risanamento”.

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