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Il “bravo ragazzo” Morandi eternamente giovane. Applauditissimo concerto a Taormina per il tour “Go Gianni Go!”

Un monumento della musica italiana che non ha mai perso la sua freschezza. E piace a tutte le generazioni

Un monumento nel monumento. Gianni Morandi al Teatro Antico di Taormina, la bellezza della semplicità e la semplicità della bellezza. Un mix naturale per il più bravo dei bravi ragazzi della musica italiana che continua a incantare, a trascinare con il suo entusiasmo e quel sorriso disarmante che rende il “Go Gianni Go! Estate 2023un tour dalle mille emozioni e dai tanti sold out.

Ieri sera a Taormina sono stati quasi 4mila gli spettatori per il secondo dei concerti siciliani. Un tuffo nel passato e nel presente di un cantante che a 78 anni resta il più amato degli italiani, l'uomo che visse due e forse più volte.
Il repertorio presentato ovviamente non può fare a meno dei ’60 ma spesso li “richiude” in medley (acustici o “elettrici”) che fanno cantare ed emozionare il pubblico. Da “Occhi di ragazza” a “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, passando per “Chimera”, “Il giocattolo”, “Non son degno di te”, “In ginocchio da te”. Due ore di musica in cui passato e presente di Morandi s’incontrano, s’intrecciano contro l’effetto nostalgia, lasciando fuori dal teatro il dispiacere per ciò che non c’è più e accendendo nuovi riflettori su ciò che rappresenta un archivio monumentale della musica leggera.

Canzoni di 60 anni fa (e anche più recenti), che in questo tour vengono rilette con potenti arrangiamenti soul oppure riproposte in una versione acustica per voce e chitarra dando loro un diverso volto. La scaletta che propone Morandi è quindi un mix tra il più o meno remoto passato e il presente firmato spesso da Jovanotti. Ci sono le canzoni dell’ultimo album con “Anna della porta accanto” dedicata alla moglie, “Un milione di piccole tempeste” con il pensiero rivolto al figlio; e poi le più fresche “L’allegria”, “Apri tutte le porte”, “Evviva”. Non manca poi il sentito omaggio a Lucio Dalla che si sviluppa nella rilettura voce e piano di “Futura” (un frammento) e di “Caruso”. Bellissima la versione di “Vita” che mette in luce la super band che lo accompagna sul palco con tanto di fiati, chitarre, tastiere, batteria, percussioni, basso e tre coristi (tra cui spicca la bravissima Silvia Olari).

Due ore in cui Morandi riesce con grande abilità a farti rituffare nel passato, a ricordarti un periodo della tua vita ormai lontano. Tuttavia lo fa con un senso di leggerezza, di serenità e di allegria che allontanano ogni velatura di tristezza dell’amarcord. In prima fila anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa con cui Morandi scherza su “Canzoni stonate”. Quando arriva la volata finale la partita è già vinta: “Andavo a 100 allora”, “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” («Ma quante volte ancora dovrò cantarla?» sorride), “Uno su mille”, “Scende la pioggia”, “Si può dare di più” e “Banane e lamponi” servono a consegnare l’ovazione del Teatro Antico.

E l’eterno ragazzo si dimostra tale, non solo per l’energia e per la voce ma anche per una freschezza mentale e di spirito che non tutti, anche più giovani di lui, dimostrano di avere. Fa sorridere, regala spensieratezza senza essere banale. In poche parole: Gianni Morandi. Evviva!

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