Lo temevamo. E ne abbiamo avuto conferma. La lunga quarantena non ha reso tutti migliori e neppure tutti più responsabili. Anzi, forse, per qualcuno, è accaduto l’esatto contrario.
C’era chi non vedeva l’ora di riprendere le cattivissime abitudini, quelle che “sporcano” l’immagine della movida che, di per sé, dovrebbe essere solo un fatto positivo, la gioia di una comunità che si ritrova insieme per qualche ora di svago e di condivisione. Interpretazione ingenua e utopistica, lo sappiamo bene, di un fenomeno che ad ogni week-end rischia di tracimare.
Le due birre e il cocktail alcolico bevuti da una ragazzina di 12 anni sono molto più che la semplice spia di un allarme sociale. Sono vere carogne, criminali (non c’è altro modo di definirli) coloro che hanno somministrato quelle bevande a una poco più che bambina.
Qualche riflessione va fatta ovviamente anche sul ruolo delle famiglie, dei genitori, perché se una ragazzina deve compiere ancora 13 anni, beh, sarà pure bieco moralismo, ma non avrebbe dovuto trovarsi lì, a quell’ora, senza qualcuno che la proteggesse da se stessa o dagli amici.
Questa movida, per molti aspetti, fa schifo. E lo scriviamo pur con tutto il rispetto nei confronti dei titolari dei locali e dei tanti giovani che intendono trascorrere serenamente le serate del fine settimana. Ma alcol, droghe e assembramenti la fanno da padroni. E poi ci sono fenomeni odiosi come gli atti di feroce bullismo di “squadracce” di picchiatori, quattro, sette, dieci, sempre contro uno o al massimo due, giovanissimi malcapitati nelle grinfie del branco. È accaduto anche nella notte che ci siamo lasciati alle spalle.
E allora alt tutti. Poniamoci domande, diamo risposte immediate. Un dato è certo: tutta l’estate così, no grazie. E ora molti s’indigneranno: ma se questa deve essere la movida, molto meglio... il coprifuoco.
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