State tutti a casa, state tutti a casa. Ritornello ossessivo e angosciante, che sta lacerando ognuno di noi, ogni famiglia, chiunque sta murato in casa da venti giorni e più. Tutti a casa, tutti a casa, giustissimo, sacrosanto, indispensabile, obbligatorio.
Ma poi a Messina accadono fatti come quello che abbiamo sotto gli occhi di tutti, frutto della figuraccia mondiale dello Stato in riva allo Stretto. E ora cento persone, donne incinte, bambini, stanno facendo la quarantena all'aperto, in un piazzale dell'Hotel Europa, controllati a vista, sì, ma privi di ogni standard di sicurezza per loro e per gli altri.
Un altro focolaio, l'ennesimo, ma non tanto dell'epidemia, quanto di impreparazione a gestire le emergenze da parte di chi poi ha scaricato i problemi gravissimi sulla comunità locale. E Messina non può farsi carico un minuto di più del peso derivante dalle scelte di carattere nazionale e regionale. Giusto l'appello e la protesta del sindaco: fate andare via queste persone da li, portatele alle loro destinazioni siciliane, e lì vengano ulteriormente controllate, messe in autoisolamento e sanzionate, come previsto dai dpcm e dal codice penale.
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