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Reddito di cittadinanza, 11 mila beneficiari di Messina in cerca di un'attività

Il lavoro, quello vero, non c'è e allora aspettando congiunture migliori, occorre tamponare con qualcos'altro. Vale per tutti, ma vale anche per gli enti che si devono preoccupare di trovare qualcosa da far fare agli 11 mila percettori di reddito di cittadinanza, restando solo alla città di Messina. La nuova normativa su questa misura di sostegno al disagio socio economico introduce l'obbligo per chi percepisce la misura di svolgere dei lavori utili alla collettività, i “Puc”, in attesa di una occupazione vera.

È compito dei Comuni attivarsi per cercare di individuare queste attività che devono essere svolte per una decina di ore la settimana. È scontato che Palazzo Zanca non potrà accogliere tutti i percettori del reddito e allora in settimana, forse già martedì e mercoledì, sarà aperto un bando attraverso il quale il Comune darà la possibilità ad aziende ed enti pubblici di poter prendere in carico, a costo zero, questo personale.

Un bando del tutto simile a quello che giovedì è stato proposto per i 179 tirocinanti e che, come quello, non prevede per gli “ospitanti” nemmeno le spese per assicurazioni e copertura Inail che restano in capo al Comune che le pagherà con il fondo Povertà e o con il Pon Inclusione. Anche in questo caso dovrà essere presentato un progetto di formazione che sarà vagliato anche dallo staff di assistenti sociali chiamati ad individuare, in base alle attitudini, quale sia il percorso migliore da far svolgere ai percettori.

«Il Comune – spiega l’assessore Alessandra Calafiore – non parteciperà in prima persona a questo bando perché avrà i suoi progetti che coinvolgeranno centinaia di messinesi. Ma tutti gli altri enti pubblici o aziende private avranno una buona possibilità di avere forze fresche da poter formare. Abbiamo già parlato anche con le nostre Circoscrizioni che potrebbero essere interessate ad avere del nuovo personale». Una opportunità, dunque, per i sei Quartieri che stanno avvicinandosi ad una autonomia gestionale e il cui personale non è mai abbastanza per coprire tutte le esigenze dei messinesi.

"I percettori del reddito – ricorda Calafiore – non possono sostituirsi ai dipendenti che hanno professionalità e responsabilità di ben altro spessore, ma possono affiancarli in quelle attività di profilo diverso, ma comunque utili. A Palazzo Zanca immaginiamo di poter utilizzare i percettori del reddito sempre a supporto dei dipendenti, per esempio nei siti archeologici, non possono sostituirsi ai pochi custodi ma possono affiancarli". In un mesetto il Comune conta di poter far partire i primi “Puc” e la stima già di 3000 famiglie da seguire con un parallelo percorso di inclusione sociale, è al ribasso.

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