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Capo d'Orlando, ammontano a venti milioni i tributi non riscossi

Venti milioni di euro. E’ la somma che il Comune di Capo d’Orlando avanza dai suoi cittadini per il mancato pagamento dei tributi comunali. 4.560.000 euro per l’Imu, l’imposta sugli immobili (dalla seconda casa in poi), ben 12.800.000 euro per la Tari (immondizia) ed il resto per acqua, suolo pubblico, etc.

La città paladina potrebbe vivere sugli allori e non rischiare di soccombere sotto i debiti come quelli che pesano come macigni e che hanno indotto i creditori, in questo caso, la Multiecoplast, la società che gestisce il servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti, a rescindere unilateralmente il contratto a far data 15 settembre prossimo. 3.200.000 euro le fatture non pagate, secondo l’atto stragiudiziale inviato dalla società a Palazzo Europa. Per salvare il Comune dal default il sindaco ha deciso di usare le maniere forti nei confronti dei cittadini morosi e così giorno 7 agosto il Consiglio Comunale sarà chiamato ad approvare il regolamento per il contrasto all’evasione.

In pratica secondo l’articolo 5 del nuovo regolamento, già approvato dalla Giunta Esecutiva, le attività commerciali, bar, ristoranti, negozi, artigiani etc che non pagheranno i tributi arretrati rischiano la chiusura dei loro negozi. In pratica, come si legge nell’art.5 “ Qualora gli interessati non regolarizzano la loro posizione entro novanta giorni, la licenza, autorizzazione e concessione viene recvocata”. Il Comune quindi applica il Decreto Crescita approvato con Legge n. 34 del 30 aprile 2019 e convertito il 28 giugno.

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