“Una comunità che cura”, perché ogni contributo descriva «speranze, sogni, sfide e sofferenze che caratterizzano la gente nelle nostre comunità, consapevoli che dietro ogni ostacolo superato ci sono uomini e donne». Il titolo del Report povertà a Messina del 2018 è emblematico rispetto al messaggio lanciato e ripreso dalle parole del direttore padre Nino Basile. Non solo una raccolta dati ma uno strumento utile a fare emergere «l'impegno della comunità ecclesiale nel servire i bisogni dei poveri e degli esclusi, a sostenere le famiglie e le comunità».
La parte centrale del report raccontare l'anima di questa missione, negli sforzi profusi dai volontari dei Centri di ascolto. Ma anche il target di popolazione che soffre oggi dei maggiori disagi e chiede aiuto. I dati parlano di una prevalenza femminile nelle richieste ed un'incidenza del 25,8% sul totale di stranieri, più giovani rispetto agli italiani, concentrati per lo più in strutture racchiuse nel raggio di pochi chilometri: Cda diocesano, Don Orione e Provinciale. Su 447 persone censite dal portale Ospo, la fascia più rappresentativa della popolazione italiana è compresa tra i 35 e i 65 anni (si dimezza il numero degli under 35, in controtendenza con gli ultimi anni), mentre quella straniera è concentrata nella fascia 25-54.
Rispetto al percorso di istruzione, solo il 7% delle persone incontrate ha dichiarato di non aver conseguito alcun titolo. «Sul piano dei bisogni individuati dagli operatori, risulta predominante la questione abitativa - ha spiegato la referente Chiara Pistorino -, con un'incidenza considerevole per i quartieri di Fondo Fucile, Villaggio Aldisio e Provinciale, a cui si aggiunge nel caso del Cda diocesano una richiesta di consulenza professionale e di orientamento (11,1% del totale)».
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