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“La formica vagabonda” di Emilio Isgrò fa tappa a Milano

L’opera d’arte concettuale semovente oggi in piazza Alemagna, davanti al monumento di cui è autore lo stesso artista di Barcellona Pozzo di Gotto

Il viaggio è cominciato a San Pier Niceto il 22 luglio scorso, quando il comune collinare tirrenico in provincia di Messina aveva assegnato la cittadinanza onoraria a Emilio Isgrò, l’artista concettuale nato a Barcellona Pozzo di Gotto (il nonno paterno era di San Pier Niceto), diventato famoso in tutto il mondo per le sue “cancellature” e noto anche come drammaturgo, poeta e scrittore.

Adesso il grande tir, lungo 17 metri «che trasporta una formica», apparso per la prima volta in quell’occasione, è di nuovo in moto verso Basilea, in Svizzera. Dopo essere stato in sosta nei pressi della Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Roma in occasione dell’iniziativa “Artista alla Gnam, Emilio Isgrò protagonista 2024”, quella che possiamo definire un’opera d’arte concettuale semovente, dal titolo “La formica vagabonda”, oggi farà tappa a Milano, alle 10, nei pressi della Triennale, davanti al grande monumento di cui è autore lo stesso Isgrò, “Il Seme dell’Altissimo”, in piazza Alemagna.

«Rendere grandi le cose piccole» è la frase che contiene la poetica e la logica artistica di Isgrò, un modo di confrontarsi «con le questioni contemporanee della migrazione e della globalizzazione», quando appare sempre più necessario che non si perda il contributo delle culture e delle tradizioni locali. Ma non è certo un caso che l’infinitamente piccolo, rappresentato dalla formica, si trovi, con il conforto di un’armatura o corazza moderna rappresentata dal grande tir, a confronto con una scultura enorme, che rappresenta un seme d’arancia (ricordando la scultura che Isgrò molti anni fa ha regalato a Barcellona) ingrandito un miliardo e 500 milioni di volte.Sia cancellando sia ingrandendo, l’artista siciliano ottiene lo stesso effetto, quello che gli consente di sottolineare anche un singolo concetto fino a portarlo in primo piano, come espressione esemplare di qualcosa di cui il mondo ha bisogno, anche quando crede di poterne fare a meno, accecato dal pur necessario progresso tecnologico. Questo, secondo Isgrò, ha sempre dentro di sé l’infinito quanto piccolo seme che può abbellire (e salvare) il mondo.

Subito dopo l’appuntamento milanese, la “formica vagabonda”, tenendo fede al proprio nome, ripartirà verso la fiera di Art Basel 2024, una delle più importanti nel mondo, in programma a Basilea dal 13 al 16 giugno, dove verrà presentata da Tornabuoni Art, in apertura della sezione Unlimited. Un palcoscenico internazionale per la piccola-grande formica partita da San Pier Niceto.

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