Ci ha lasciato a 88 anni il prof. Giuseppe Amoroso, letterato di grande livello e critico, noto in tutta Italia per i suoi studi, per un trentennio docente all’Università di Messina e storico collaboratore fisso della Pagina letteraria della Gazzetta del Sud sin dagli anni 70, e anche per lungo tempo del Corriere della Sera. Allievo di Gaetano Mariani, un grandissimo studioso del 900, vate della Scapigliatura, fu molto vicino anche ad un’altra figura fondamentale per il suo percorso, il prof. Gianvito Resta, accademico dei Lincei e preside per tanti anni della facoltà di Lettere a Messina.
Poi il prof. Amoroso iniziò la sua luminosa carriera universitaria insegnando prima Letteratura italiana come assistente, poi da ordinario Letteratura italiana moderna e contemporanea.
Non è andato mai via da Messina, che amava visceralmente, ma ha raggiunto una fama internazionale per esempio per i suoi studi sull’Ottocento, fondamentale il suo volume sul Prati, mentre lo studio del nostro 900 lo ha percorso approfondendo tra gli altri le pagine di Tecchi, Prisco e Brancati, pubblicando i suoi saggi per la collana molto prestigiosa del “Castoro”. L’insegnamento è stato un altro dei suoi pilastri di vita per oltre un trentennio. E al di là dell’impegno accademico il suo autore preferito è stato il grande poeta orlandino Lucio Piccolo, al quale ha dedicato molti studi e convegni, ma amava anche tanto il poeta barcellonese Bartolo Cattafi.
E come non ricordare infine, non sembri affatto una deminutio, il suo smisurato amore per la squadra della Juventus, che lo divorava letteralmente nei momenti bui e al contempo lo rendeva raggiante nei trionfi («Quando gioca la Juventus l’universo è un pallone...»).
Al prof. Giuseppe Fontanelli, a lungo docente nel nostro ateneo, suo affezionato allievo, abbiamo chiesto un pensiero: «Ricordo benissimo le sue lezioni di Letteratura contemporanea attraversate da tante intuizioni, da prospettive spesso inedite. Era sempre animato dalle tante sollecitazioni che il testo offriva. C’erano in lui delle prominenze di carattere storicistico, ma la sua misura era giocata essenzialmente sulla ricerca dello stile. La sua cifra era senz’altro una partecipazione continua a quello che la parola offriva nel suo modularsi. Parola che “inseguiva” con grande abilità, in una successione che scandiva i meccanismi del linguaggio e dell’immaginario degli autori trattati. Sul piano umano poteva avere qualche impennata, ma poi passava tutto, e riusciva a stabilire un contatto con grande autenticità. Era capace di affezionarsi molto alle persone. Era un uomo che sapeva anche provocare dal punto di vista intellettuale, e tornava sui suoi passi se riconosceva di aver sbagliato. Negli ultimi anni si portava dentro un dolore tremendo, per il conteggio tragico e grottesco della vicenda della copiatura dei suoi libri».
Così lo ricorda il prorettore vicario dell’Università di Messina, il prof. Giuseppe Giordano, a lungo direttore del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne: «Giuseppe Amoroso è stato una figura di riferimento nella Facoltà di Lettere e Filosofia del nostro Ateneo. Ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea, ha incarnato puntualmente il ruolo dello studioso e del critico militante. In questa veste è intervenuto su quotidiani di rilievo nazionale come il Corriere della Sera o la Gazzetta del Sud (collaborazione con quest’ultima ultradecennale), presentando - con una prosa attenta alla scelta di ogni parola - pressoché tutta la produzione letteraria italiana degli ultimi decenni del Novecento e di inizio del nuovo millennio. La sua figura nei corridoi della Facoltà non passava inosservata. Aveva sempre il gusto di intrattenersi con colleghi e studenti. È stato maestro di generazioni di studenti a cui ha insegnato l’amore per la Letteratura nelle sue diverse forme. Uomo appassionato, mostrava questa sua modalità di gettarsi nelle cose anche in aspetti “frivoli” (ma per lui non erano tali) come il tifo indiscusso e indiscutibile per la Juventus. Con lui sparisce un altro tassello di una generazione di maestri della nostra Università che erano stati capaci di fare di Messina un centro di irraggiamento di idee».
La rettrice Giovanna Spatari ieri sera in una nota dell’ateneo ha espresso «a nome di tutta la comunità accademica, il cordoglio per la scomparsa del prof. Giuseppe Amoroso, che è stato una figura di spicco della critica letteraria italiana, dimostrando grande capacità di analisi soprattutto rispetto ad autori e testi contemporanei».
I funerali del prof. Amoroso si terranno venerdì alle ore 10,30 nella Concattedrale del Santissimo Salvatore dell’Archimandritato (San Domenico Savio).
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Alla moglie, prof. Ella Imbalzano, e ai familiari tutti, giungano le sentite condoglianze della SES-Gazzetta del Sud e della Fondazione Bonino-Pulejo.
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