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Schiavo a Taobuk: «Tim punta sulle città del futuro. Così la tecnologia valorizza i patrimoni»

Il manager della compagnia illustra i progetti pensati per la pubblica amministrazione. Il numero uno della business unit del gruppo: la digitalizzazione offre varie declinazioni ai territori; con sensori non invasivi monitorare monumenti e siti

L’obiettivo è l’innalzamento degli standard di sostenibilità, vivibilità, mobilità e dinamismo economico delle città. Le «smart city» anche in Italia si diffondono, il numero dei progetti avviati è in aumento, nonostante esista qualche barriera all’implementazione, legata all’eterna burocrazia, alla mancanza di competenze. Elio Schiavo, numero uno di TIM Enterprise, la business unit del Gruppo Tim dedicata alla pubblica amministrazione e ai grandi clienti, che fa leva sui servizi di connettività, fissi e mobili, abbinati al cloud, alla cybersicurezza e all’Internet delle cose. «Sta arrivando un’ondata di tecnologia che dobbiamo saper sfruttare», spiega.

Qual è il significato della vostra presenza a Taobuk?
«Essere presenti a Taobuk è per noi motivo di grande orgoglio. Il patrimonio culturale di Taormina è un viaggio nella storia delle sue influenze e delle sue dominazioni che hanno lasciato tracce alle quali la città deve il fascino e la popolarità di cui gode in tutto il mondo. Siamo qui per testimoniare come la tecnologia possa valorizzare questo immenso patrimonio. Il nostro modello di “smart city” non può prescindere dalla dimensione culturale e artistica dei luoghi. La bellezza e la storia delle città vanno preservate, valorizzate e gestite: grazie alla tecnologia, possono avere una “nuova vita” con nuove prospettive».

Ha accennato alle Smart City, una definizione che molti faticano a comprenderne. Qual è il modello di smart city a cui guarda Tim?
«Città più sostenibili, più sicure, più vivibili. Che migliorano la vita dei loro abitanti e dei turisti, che valorizzano sempre di più il loro patrimonio culturale e artistico. Con Tim Enterprise stiamo lavorando assieme alle amministrazioni locali per porre le migliori tecnologie digitali al servizio di tutti».

Tecnologie innovative al servizio delle città. Qualche esempio concreto?
«Immaginate una città in cui le amministrazioni possano avere informazioni e fare previsioni in tempo reale sulla mobilità dei cittadini, intervenire in anticipo in caso di necessità, deviare i flussi di traffico e coordinare in modo efficiente soccorsi. È già realtà: una “piattaforma di intelligenza urbana” raccoglie in maniera automatica e continuativa la moltitudine di dati relativi al territorio, che vengono poi analizzati e trasformati in informazioni e previsioni in tempo reale, per esempio sul traffico stradale a supporto della mobilità dei cittadini, consentendo di intervenire rapidamente o in anticipo in situazioni di necessità».

Per quanto riguarda la cultura, invece, quali scenari si possono delineare?
«Smart city significa anche valorizzare la dimensione culturale e artistica dei luoghi: da questo punto di vista la tecnologia è un alleato insostituibile per gestire e garantire longevità al nostro meraviglioso patrimonio culturale».

In che modo?
«Pensiamo a una villa romana: semplici sensori non invasivi, che dialogano con centrali operative intelligenti sono in grado di aiutarci a preservarla al meglio. Possiamo anche raccogliere dati storicizzati sugli interventi di manutenzione effettuati per ogni edificio, statua, dipinto o parco archeologico. Diventerebbe una sorta di banca dati per programmare in maniera efficace ed efficiente la cura e la conservazione di tutte le opere, evitando che si perdano o che vengano trascurate».

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