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Christian De Sica si racconta in “Una serata tra amici”, mercoledì e giovedì a Messina

Grande attesa per lo spettacolo che andrà in scena al Teatro Vittorio Emanuele. Tra canzoni e parole le memorie di un’intensa vita privata e professionale, costellata da successi e incontri con i più grandi

Christian De Sica

Un racconto in musica della vita di Christian De Sica è “Una serata tra amici”, spettacolo, da lui interpretato e firmato come regia e testi, che andrà in scena al Teatro Vittorio Emanuele mercoledì e giovedì. Un percorso tra canzoni e parole, restituisce le memorie di un’intensa vita privata e professionale, costellata da successi, (più di 110 film) incontri con grandi personaggi e aneddoti di storie familiari.

Un album dei ricordi sfogliato con il pubblico attraverso il dialogo con Pino Strabioli, autore teatrale e conduttore televisivo e un gruppo di cinque musicisti guidati dallo storico accompagnatore dell’attore, il musicista jazz Riccardo Biseo. Abbiamo sentito Christian De Sica.

Cosa dobbiamo aspettarci di bello da questo show, piangeremo e rideremo?
«Un bel viaggio! Ad ogni canzone corrisponde un aneddoto, un ricordo triste o tenero, come la vita. Il bravissimo Pino Strabioli mi aiuta in scena a ricordare, c’è bisogno di un filo. Lo spettacolo è molto divertente, da anni lo portiamo in giro, siamo stati pure a Catania e a Palermo. Troverete canzoni italiane, francesi, americane che mi appartengono e mi hanno seguito nella carriera. Ho avuto la possibilità attraverso mio padre di conoscere personaggi pazzeschi come Charlie Chaplin, Sofia Loren, Ava Gardner, Grace Kelly, ci saranno riferimenti a questi incontri».

Ci dica della band che l’accompagna e se in privato ascolta il genere musicale che poi interpreta in scena...
«Sì, sì tratta un eccellente gruppo di musicisti diretto da Riccardo Biseo che è un grandissimo pianista che ha collaborato con mio fratello Manuel per tutte le ultime colonne sonore dei film di mio padre, lo conosco da quando sono ragazzo. Per quanto riguarda il genere musicale, sì, è proprio così, a me piace tantissimo la musica americana degli anni ’40, di artisti come Frank Sinatra, Judy Garland, Tony Bennet. Quel genere corrisponde totalmente al mio gusto».

Il suo rapporto con il teatro...
«Nonostante nella mia carriera abbia fatto molto cinema, amo molto il teatro, dove ho realizzato spettacoli soprattutto musicali, prima di questo ho fatto “Il principe abusivo”, tratto dal film di Siani, “Cinecittà”, “Tributo a George Gershwin”. Il teatro è il luogo privilegiato del rapporto tra chi sta sopra il palcoscenico e il pubblico. Tanto che io all’inizio di questo spettacolo dico sempre al direttore di lasciare le luci accese, per guardare in faccia gli spettatori; perché come fai a raccontare il tuo privato ad un muro nero, la sala deve essere illuminata, devo vedere chi ho di fronte. La platea si sente. Ho chiamato lo show “Una serata tra amici” per questo. Io entro dalla platea dall’inizio, saluto il pubblico, e comincio a parlare e allora, in quelle due ore, io conoscerò loro e loro conosceranno un pò meglio me. Sarà un incontro tra amici più che uno spettacolo».

Le piace anche il ruolo di regista in questo lavoro?
«Qua fare il regista è stato facile, perché c’è dentro tutta la mia vita, ma anche piacevolissimo; forse costruire questo show è una delle cose che mi piace e mi è piaciuto più fare, tant’è che sono quasi tre anni che lo propongo in teatro».

Nonostante la lunga e consolidata carriera, prova ancora passione e curiosità?
«Assolutamente sì, questo è il mestiere più bello del mondo, se ti va bene. Vorrei ancora fare tanto e spero di farlo per tanto tempo, con tutto il cuore e la medesima passione».

Che momento artistico sta attraversando?
«Mi offrono tante di quelle cose, più di quando ero giovane e ne sono veramente grato. Mi sento molto fortunato, faccio quello che volevo fare. Nella vita artistica ho attraversato un po’ di tutto, cinema, televisione, teatro, sia in commedia che nel dramma, come il personaggio drammatico in “Comedians” di Gabriele Salvatores e presto ne farò un altro oltre ad interpretare un remake di un vecchio film con Bud Spencer».

Che rapporto ha con la Sicilia?
«Ho un rapporto meraviglioso, pensa che i primi film della mia vita li ho fatti in Sicilia, tra Palermo e Catania, uno tratto dal romanzo di Ercole Patti , “Giovannino,” tra gli anni ’70 e ’80. Privatamente ci torno spessissimo, pure questa estate stavo qui in vacanza e poi ho una mamma spagnola, il cui temperamento è forte e caloroso come quello dei siciliani!».

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