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Ritrovare la calma con la meditazione, l'intervista all'insegnante messinese Angela Bellantoni

Presenza mentale. Assoluta concentrazione sul “qui e ora”, senza pensare a ciò che sarà dopo, anche se si tratta dell’immediato futuro. E ritrovare la calma e, con essa, la parte più pura del nostro essere. Uno stato di pace al quale è possibile accedere attraverso la meditazione, una pratica antica a cui ci si avvicina in misura sempre maggiore per sottrarsi allo stress e all’ansia che caratterizzano la società contemporanea. Stress e ansia che sono aumentati in modo esponenziale da quando quel nemico che porta il nome di Covid -19 è piombato sulle nostre vite, stravolgendole. Per saperne di più e conoscerne i benefici soprattutto in questa fase di emergenza, abbiamo incontrato Angela Bellantoni, insegnante messinese di meditazione kriya yoga del maestro Yogananda.

Ajahn Brahm, ne “L’Arte di Scomparire”, ci offre una definizione precisa della pratica meditativa: un metodo comprovato per calmare la mente e farla accedere a una condizione di pace, energia e felicità.

«Sì, è esattamente così. La meditazione è uno stato dell’essere. Attraverso questa pratica riusciamo a calmare la mente, ad essere più centrati e ad andare incontro, nel tempo, a grandi cambiamenti. Stando seduti in silenzio, nella posizione del semiloto o semplicemente su una sedia con la schiena dritta, si avverte l’espansione del corpo, si entra in uno stato di benessere, le emozioni vengono trasformate e si guarda il mondo in un modo diverso».

Quanto è importante il silenzio? Una dimensione che ormai abbiamo perso, soffocata non solo da ciò che circonda ma anche da quel continuo dialogo interiore che occupa la nostra mente.

«È vero, non siamo più abituati, ma il silenzio è fondamentale, è il primo passo della pratica meditativa. Quando riscopriamo il silenzio e ci concentriamo sulla respirazione, ci rilassiamo e iniziare a sentire tutte le parti del nostro corpo».

Quello che conduce a un cambiamento profondo è ovviamente un percorso che richiede tempo. Ci sono, tuttavia, anche degli effetti immediati? «Assolutamente sì. I benefici che è possibile ottenere a breve termine sono il rilassamento e una conseguente ricarica energetica. All’inizio è sempre consigliabile farsi supportare da una guida, ma, una volta apprese le tecniche, ci si può creare da soli uno stato di benessere. Nel tempo la meditazione ci consente di essere più equilibrati, di sviluppare l’intuizione e la creatività. Fino ad arrivare a un cambiamento radicale: libertà da ogni condizionamento, capacità di gestire le emozioni, di vedere la vita attraverso un’altra lente. La pratica meditativa, insomma, ci regala la pace anche durante la tempesta».

Da molti mesi ormai, una tempesta, forse la peggiore, si sta abbattendo su di noi. In che misura la meditazione può esserci di aiuto nel periodo drammatico che stiamo vivendo?

«Moltissimo. La pandemia ci sta mettendo a dura prova. Ansia, paura della morte e del futuro, rabbia e confusione sono i sentimenti più diffusi. La meditazione è dunque una pratica consigliatissima, perché insegna appunto a rilassarsi e a rimanere centrati sul presente, sul singolo attimo che si sta vivendo. In questo modo non ci si lascia sopraffare dallo stress e dalla paura di ciò che potrà accadere, e la realtà viene affrontata con il giusto spirito».

Con l’emergenza Covid è aumentato il numero delle persone che ricorrono alla meditazione?

«Prima ancora che scoppiasse la pandemia, questa pratica stava già diffondendosi in misura maggiore ma adesso la richiesta sta crescendo sensibilmente. Al momento, gli incontri in presenza sono ovviamente sospesi, ma con il mio gruppo tengo fino a quattro incontri online alla settimana. Un numero considerevole, chiaro segno che si ha una forte esigenza di superare l’ansia e ritrovare la calma».

Una volta raggiunto uno stato di pieno benessere fino al cambiamento profondo, è possibile mettere al servizio degli altri questo patrimonio di risorse?

«Certamente. La calma e l’energia sono contagiose. E in questo momento in cui l’emozioni sono allo sbando seminare pace è importantissimo. Il consiglio, infine, che vorrei dare è ritornare al sacro, che ognuno di noi chiamerà Dio, energia, Buddha, per riscoprire il divino che è in noi. La materialità, da sola, non può regalarci nessuna felicità».

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