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Scimone-Sframeli
e l'Amore "eterno"

Debutterà giovedì 5, alle ore 21, al Teatro Vittorio Emanuele, con repliche venerdì 6 e sabato 7 alle 21 e domenica 8 alle 17.30, Amore, di Spiro Scimone, regia di Francesco Sframeli, con Spiro Scimone, Francesco Sframeli, Gianluca Cesale, Giulia Weber, scena di Lino Fiorito, compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne – Tolosa.
Amore è l'ottava commedia di Spiro Scimone, la quarta con la regia di Francesco Sframeli - dopo La Busta, Pali e Giù – per la compagnia Scimone Sframeli.
In scena due coppie: il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere. Quattro figure che non hanno nome. Si muovono tra le tombe. La scena è, infatti, un cimitero. 
Il tempo è sospeso, forse, stanno vivendo l'ultimo giorno della loro vita. Dialoghi quotidiani e surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la verità e la tragedia del quotidiano.
Spiro Scimone prosegue il suo percorso drammaturgico ai bordi dell'umanità, all'interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”. L'Amore è una condizione estrema e, forse, eterna. 
Firma la scena Lino Fiorito, alla terza prova di collaborazione con la compagnia Scimone Sframeli, dopo Pali e Giù, per cui ha avuto il premio Ubu nel 2012.

Debutta domani (5 novembre) alle ore 21, al Teatro Vittorio Emanuele, con repliche venerdì 6 e sabato 7 alle 21 e domenica 8 alle 17.30, Amore, di Spiro Scimone, regia di Francesco Sframeli, con Spiro Scimone, Francesco Sframeli, Gianluca Cesale, Giulia Weber, scena di Lino Fiorito, compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne – Tolosa.Amore è l'ottava commedia di Spiro Scimone, la quarta con la regia di Francesco Sframeli - dopo La Busta, Pali e Giù – per la compagnia Scimone Sframeli.In scena due coppie: il vecchietto e la vecchietta, il comandante e il pompiere. Quattro figure che non hanno nome. Si muovono tra le tombe. La scena è, infatti, un cimitero. Il tempo è sospeso, forse, stanno vivendo l'ultimo giorno della loro vita. Dialoghi quotidiani e surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la verità e la tragedia del quotidiano.
Spiro Scimone prosegue il suo percorso drammaturgico ai bordi dell'umanità, all'interno di non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono “tutti vecchietti”. L'Amore è una condizione estrema e, forse, eterna. 
Firma la scena Lino Fiorito, alla terza prova di collaborazione con la compagnia Scimone Sframeli, dopo Pali e Giù, per cui ha avuto il premio Ubu nel 2012.

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