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Contro la disinformazione raccontando la verità: la GDS Academy a Messina tra giornalismo e tecnologia

Al Liceo La Farina il presidente Ses Morgante e il direttore della Gazzetta Rizzo Nervo in dialogo con studentesse e studenti nell'ambito del progetto Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine. All'interno il servizio Tg di Francesca Stornante.

In un mondo che viaggia a velocità folle, in cui il tempo sembra non bastare mai e dove sempre più fonti e mezzi d’informazione si appiattiscono sulla quantità, c’è tanto bisogno di ancore, punti fermi, stelle polari. Qualcosa e qualcuno in grado di fornire vere chiavi di lettura o più semplicemente «raccontare fatti che si sono verificati». E quest’ultimo non è affatto un dettaglio, come ha spiegato ieri il direttore responsabile della Gazzetta del Sud Nino Rizzo Nervo a ragazze e ragazzi del Liceo classico La Farina, nell’ambito della GDS Academy del progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine”.

La dirigente scolastica Caterina Celesti ha accolto il presidente della Società Editrice Sud Lino Morgante e Rizzo Nervo, che hanno dialogato con i giovani e in particolare con quelli della redazione del giornale d’Istituto Stoà, coordinata dalla professoressa Maria Antonella Dragotto, e del team che partecipa settimanalmente con impegno all’inserto “Noi Magazine”, coordinato dalla giornalista della Gazzetta Natalia La Rosa. Presente anche lo staff scolastico che cura la partecipazione al Tg giovani di Rtp, coordinato dalla vicepreside Antonietta Colosi.

L’incontro si è aperto con una riflessione sull’Intelligenza Artificiale. A precisa domanda della dirigente Celesti, Morgante ha risposto che «se utilizzata in modo proficuo, può essere un’opportunità», mentre Rizzo Nervo, ricordando con soddisfazione di essere stato un allievo proprio del “La Farina”, ha ammesso: «Sarebbe comodo realizzare un articolo in pochi secondi, affidandosi all’IA, ma preferisco che i giornalisti sfruttino la loro intelligenza per comporne uno in un paio d’ore. E cosa c’è di meglio che toccare e sfogliare un prodotto come il quotidiano di carta?». Dal canto suo, Morgante ha raccontato le varie articolazioni del Gruppo editoriale che presiede, tra giornali e siti web (Gazzetta e Giornale di Sicilia), radio (Antenna dello Stretto e Rgs) e televisioni (Rtp e Tgs), per poi soffermarsi sugli investimenti effettuati («abbiamo un centro stampa tra i più importanti in Italia») e sulla nuova veste grafica «che a breve accompagnerà il quotidiano messinese e quello palermitano, visto che il giornale cartaceo resta il business più importante». E ancora: «L’informazione di qualità è giusto che si paghi, perché dietro ci sono lavoro e impegno, costa parecchio e consente di fare fatturato».

Il direttore Rizzo Nervo, prima di ripercorrere brevemente le origini della sua carriera giornalistica, ha rivissuto il momento in cui al “La Farina” fece parte della redazione del giornalino d’Istituto “Presenza studentesca”. «La formazione sulla lettura del giornale è secondo me determinante – ha quindi aggiunto – e la crisi della carta stampata nasce dalla disabitudine alla lettura. Oggi, c’è bisogno di una informazione certificata. Visto che le fonti sono infinite e possono disorientare il lettore, è fondamentale capire a quale potere credere. E il giornale questa reputazione ce l’ha. Quello che pubblica si è verificato, a differenza di ciò che avviene molto spesso su Internet. Adesso, prevale un nuovo diritto, quello a non essere disinformati, le trappole ci vengono tese ogni giorno». E ogni qualvolta si usano smartphone e computer.

Il dialogo con i giovani

Vivo e ricco di spunti il dibattito finale, in cui studentesse e studenti hanno rivolto a Morgante e Rizzo Nervo domande sul mondo della comunicazione: dall’evoluzione della professione giornalistica («è un settore sempre più complicato, in cui emergere è difficile», ha detto il presidente Ses) alla strada da seguire per chi vuole intraprendere la carriera («fondamentali le Scuole di giornalismo post-laurea», ha affermato il direttore della Gazzetta), dal racconto dei fatti di cronaca che hanno cambiato la storia (per Morgante, «momenti di svolta sono stati l’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino e prima il caso Moro») al giornalismo investigativo, passando per i condizionamenti della politica nelle scelte dei Cda delle reti tv pubbliche e non solo.

 

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