Dal cemento sbiadito e logoro alla riqualificazione. Dai palazzi della Messina che fu, simbolo di un passato industriale e non solo, alle moderne costruzioni e ai nuovi spazi contemplati nell’ambiziosissimo progetto dell’I-Hub dello Stretto.
Quei casermoni che si affacciano sul porto storico, a due passi dallo Stretto e dietro quell’area libera ricavata dai precedenti abbattimenti, presto spariranno del tutto. Oggi, restano in piedi gli immobili della Casa del portuale, transitata dalla Regione al Comune nel 2024, e degli ex Silos Granai, ma ancora per poco. È in aggiudicazione, infatti, l’appalto relativo alle demolizioni. La procedura negoziata gestita da Palazzo Zanca ha un importo a base di gara di 2.358.537 euro e la commissione giudicatrice sta valutando la richiesta di chiarimenti da parte di due operatori economici partecipanti. Poi, si passerà all’esame delle offerte e all’assegnazione dei lavori, ormai in rampa di lancio.
In particolare, l’intervento programmato per questo lotto, contrassegnato col numero 2, prevede che gli edifici saranno assoggettati a recupero, con cambio di destinazione d’uso. Attualmente, sono nella disponibilità del Comune e localizzati in una porzione di circa 8600 metri quadri. Lo stato di fatto di entrambi è a dir poco preoccupante.
Quanto agli ex Silos Granai, le pessime condizioni e l’evidente impossibilità di riutilizzo dei locali per le finalità del progetto hanno suggerito di non eseguire le verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica, in quanto si è giunti alla determinazione della scelta di ristrutturazione, previa demolizione e ricostruzione nel rispetto della volumetria.
Capitolo Casa del portuale: «È un elemento “centrale” e caratterizzante l’intera zona e quindi rientra pienamente nella visione strategica di riqualificazione generale dell’area e nella logica di sviluppo generata dall’idea stessa dell’I-Hub dello Stretto», si legge nella relazione illustrativa. Per il compendio, pur mantenendo una struttura in calcestruzzo armato apparentemente solida, «la demolizione si rende necessaria a causa dell’avanzato stato di degrado, funzionale e non». E «in ottemperanza alle normative vigenti in materia di consumo di suolo, non verrà effettuata alcuna ricostruzione, al fine di preservare il territorio e limitare l’azione antropica della progettazione architettonica di un nuovo fabbricato».
Le ipotesi progettuali
Gli interventi programmati si inquadrano nel progetto più ampio di riqualificazione dell’intera area, attraverso la riqualificazione degli edifici esistenti dell’ex Mercato Ittico, ex Magazzini Generali (già abbattuti) ed ex Silos Granai, con la creazione di un’area verde secondo i criteri di “Green and innovation”, adornata di alberi e specie botaniche “mangia smog”, sistemi smart di irrigazione e illuminazione ad altissima efficienza, connettività garantita dalle ultime tecnologie disponibili. «Da qui – si evidenzia ancora nella relazione illustrativa – la previsione di una “Graceful living area” che, assieme ai “Graceful living building”, oggetto di ristrutturazione complessiva, diventeranno il cuore pulsante di una città “green, smart and innovation”». Un luogo in cui poter lavorare, studiare, incontrarsi e rilassarsi, connesso con i principali sistemi di trasporto intercomunali e interregionali. La porzione green avrà «spazi per l’aggregazione giovanile, in cui si possono configurare anche azioni propedeutiche alla formazione e allo sviluppo di talenti, nonché sviluppo di esperienze di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro (tipologia start-up)», si sottolinea ancora.
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