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Messina, diventa un caso politico l’incarico a Laura Castelli: "Contro di me falsità"

Il Pd parla di «indignazione politica» di fronte a «una vera e propria prassi di gestione del potere». La senatrice Musolino di «utilizzo spudorato di risorse pubbliche». E anche il movimento civico “Rispetto Messina” definisce il tutto un «bancomat senza fine», rifacendosi alla stessa terminologia più volte usata da Cateno De Luca, nei suoi strali contro i “bancomat della politica”. Al centro c’è quello che, adesso, è un vero e proprio caso politico, l’incarico conferito a Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord (ed ex vice ministra ai tempi della militanza nel Movimento 5 Stelle) dal sindaco metropolitano Federico Basile. Un incarico con contratto di lavoro autonomo, da 47 mila euro lordi, che sostituisce quello assegnato in un primo momento di capo di gabinetto della Città metropolitana: stessi compiti, stesso compenso, natura giuridica diversa, perché proprio la Cas

Il Pd: «Interesse personale»

La vicenda Castelli, secondo i consiglieri comunali del Pd, Felice Calabrò, Antonella Russo e Alessandro Russo, «denota approssimazione amministrativa, superficialità gestionale, e certamente può essere assunta come esempio da non seguire sotto il profilo politico». Il cambio di contratto, infatti, come specificato anche nel decreto di nomina, nasce dall’esigenza di Laura Castelli, citiamo testualmente, di «recarsi frequentemente a Roma per assolvere algi impegni di natura politica». Quindi, evidenziano i consiglieri Dem, «Basile, venendo incontro alle esigenze del tutto personali della sua presidente, modifica l’incarico». Da qui alcuni quesiti: «Dobbiamo ritenere che la città metropolitana non avesse bisogno di un capo di gabinetto? Se così è, allora perché era stata nominata la Castelli? Ed ancora, se invece la Città metropolitana ha ancora bisogno di un capo di gabinetto, perché è intervenuta questa modifica? In tale ultimo caso, cosa intende fare il sindaco? Forse intende procedere ad un’ulteriore nomina? Con conseguente aggravio di costi in capo all’Ente?». Secondo il Pd, in realtà, «per come è stata rappresentata l’intera vicenda, sembrerebbe essere stato tutelato l’interesse dell’incaricata, la quale, per motivi strettamente personali, non può assolvere al primo incarico conferitole. Sotto questo profilo riteniamo doveroso che il sindaco chiarisca qual è l’interesse precipuo dell’Ente rappresentato, e come ne sia stato garantito il perseguimento».

La senatrice attacca

Per Dafne Musolino, l’incarico a Laura Castelli «non può non suscitare la necessità di una riflessione sulla gestione delle risorse pubbliche da parte dell’organo di vertice di questa città». Parola di chi, quell’organo di vertice, lo conosce bene perché ne faceva parte, divenendone, oggi, una delle più agguerrite oppositrici. Per la senatrice di Italia Viva «il confronto tra il primo decreto di nomina di capo di gabinetto ed il secondo decreto conferma che, tranne per piccole differenze, ciò che è uscito dalla porta è rientrato dalla finestra. A variare è la tipologia di prestazione». In sostanza «a fronte di un ridotto impegno personale in termini di ore lavorative e presenza presso gli uffici della Città metropolitana, ciò che è rimasto invariato è il compenso». La senatrice renziana solleva anche un vizio di forma, citando la legge regionale 15 del 2015 (la legge su Liberi Consorzi comunali e Città Metropolitane, ndr), che «prevede espressamente che il compenso spettante al consulente nominato dal sindaco metropolitano non possa essere superiore al 50% della retribuzione spettante ad un dirigente di prima nomina, quindi non superiore a circa 23mila euro l’anno». E in ogni caso, aggiunge Dafne Musolino, «riteniamo grave che, in tempi di crisi per l’economia regionale e locale, si continui a utilizzare le risorse pubbliche in modo così spudorato e per evidenti finalità politiche. Se il sindaco metropolitano di Messina aveva bisogno di un capo di gabinetto, avrebbe fatto bene ad indire una selezione pubblica».

De Luca e Basile rispondono

Ed è proprio l’intervento della senatrice Musolino a provocare le reazioni di Sud chiama Nord, a più livelli: dal sindaco Basile, che entra nel merito delle normative, al direttore generale della Città metropolitana, Pippo Campagna, fino al leader del partito, Cateno De Luca. «Vorrei ricordare – dice quest’ultimo, in una diretta da Taormina – che Laura Castelli non solo non campa di politica, ma ci ha anche sostenuto economicamente (migliaia di euro di contributi, tramite la società sua e del compagno, ndr)». Insomma la Castelli, secondo quanto sostengono De Luca e Campagna, si sarebbe resa conto di non poter conciliare un’attività a tempo pieno da dipendente pubblica con «quello che fa nella vita, perché lei lavora, a differenza di altri». Anche se va detto che nel decreto si fa riferimento esclusivamente all’inconciliabilità con il ruolo politico. «Una professionista – continua De Luca – che per tre anni ha fatto la vice ministra con governi diversi e se è rimasta lì qualcosa vorrà dire. E infatti abbiamo avuto la possibilità di usufruire della sua professionalità». In ogni caso, aggiunge Campagna, «le norme sono state esaminate con massima attenzione, tutti sanno che la segretaria generale Carrubba quando studia un provvedimento lo fa fino in fondo. La normativa è stata rispettata, quindi la Corte dei Conti non ha da eccepire nulla». Nel dettaglio degli aspetti giuridici entra poi, con una nota ufficiale, il sindaco Basile, sottolineando che «ancora una volta, la senatrice dimostra la voglia di protagonismo che la porta a voler attaccare a tutti i costi ogni iniziativa intrapresa dall’amministrazione Basile, anche quando le sue argomentazioni risultano del tutto infondate». In sintesi, l'incarico è stato affidato «conformemente alla legge 7 del 1992, normativa attualmente in vigore, che consente di affidare a una persona con comprovate competenze il ruolo di esperto». Basile cita anche una delibera della Corte dei Conti del 2023 – che era stata menzionata sui social dalla stessa Musolino – , che «esplicita e chiarifica il carattere di specialità della normativa in materia di esperti del sindaco rispetto a quella dei collaboratori esterni».

Le questioni aperte

Le risposte, sia del sindaco che del suo predecessore, vertono tutte sull’aspetto giuridico, ma nulla viene detto sul tema – spesso evitato – dell’opportunità politica, sul quale si potrà discutere all’infinito. Nel giro di un paio di settimane a due delle figure più di spicco del “cerchio magico” di Cateno De Luca, il fedelissimo Campagna e la presidente del partito Castelli, sono stati assegnati incarichi che, sommati, superano i 200 mila euro lordi (170 mila il primo, 47 la seconda). E sempre nelle stesse settimane altre tre esponenti dello stesso “cerchio” sono state assunte dal Comune, con contratto a tempo determinato di un anno (e dopo una selezione pubblica) come esperte a «supporto delle attività di progettazione per l’attuazione territoriale delle Politiche di coesione 2021-2027 della Regione Siciliana», con compensi di 25 mila euro: l’ex presidente di Amam Loredana Bonasera, l’ex consigliera d'amministrazione della stessa Amam Alessandra Franza e l’architetta Paola Lombardo, moglie di un’altra figura di peso di Sud chiama Nord, l’avvocato Carmelo Moschella. Basti pensare che, da bilancio 2023, quest’ultimo è risultato il terzo maggior “contribuente” del partito, dopo il sindaco Basile e il direttore generale del Comune Salvo Puccio. Proprio con 25 mila euro.

Laura Castelli sui social: "Contro di me falsità"

Contro di me falsità, attacchi denigratori, bugie, odio, insulti.
Ho letto di tutto nelle ultime 48 ore.
Avevo quasi dimenticato come le cattiverie e le scorrettezze delle persone, e di alcuni mezzi di informazione, potessero esser così disgustose.
In 10 anni tra Parlamento e Ministero dell’Economia ne ho viste tante. Oggi le mie spalle sono molto larghe, per fortuna. Ormai ho la corazza. Ancor di più da quando sono madre e moglie. Riesco a dare la giusta importanza alle cose e le giuste priorità.
Per questo motivo avevo scelto di rimanere in silenzio davanti alle accuse, alcune decisamente infamanti, nei miei confronti.

Ho chiesto al sindaco Basile di poter svolgere il mio incarico alla Città Metropolitana di Messina da esperto invece che da dirigente. Un semplice cambio di natura giuridica del contratto nel rispetto delle norme vigenti che forse qualcuno non ha studiato bene. Questo perché trascorro parte della settimana a Roma per svolgere la mia attività da professionista, e politica da presidente di Sud chiama Nord. Dunque due giorni a settimana non sarei riuscita a stare fisicamente in ufficio a Messina.

Non è il nome della carica o la natura contrattuale che fa mutare il mio impegno nei confronti dei cittadini o le responsabilità che mi vengono attribuite.
Di certo, non ho l’ansia da prestazione o la necessità di dover sventolare una qualifica per sentirmi appagata.

Mai nella mia vita, inoltre, ho utilizzato la mia carica (ad esempio quella da vice ministro) per avvantaggiare una parte politica a discapito di un’altra. Questo lo sanno tutti quelli che hanno lavorato seriamente con me.
E invece addirittura è stato detto da qualcuno che le risorse usate per il mio incarico hanno finalità politiche. Frasi di una gravità inaudita.

Per questo ringrazio sempre Cateno De Luca che non perde occasione di ricordare - prendendo come esempio un fatto che accadde a lui quando era Sindaco della Città Metropolitana di Messina e io vice ministro al Mef - come agiamo noi, persone libere e oneste, nella tutela di tutti, senza guardare il colore politico ma solo la bontà e la correttezza delle cose.
Forse da parte di qualcuno c’è l’invidia per aver salvato allora, insieme al collega Alessio Villarosa, su richiesta di Cateno De Luca, le ex province di tutta la Sicilia definendo un percorso legislativo e finanziario che portò per 3 anni un contributo straordinario di 150 milioni di euro.

Queste sono solo alcune delle precisazioni che sentivo di dover dare a voi che mi seguite, che credete in me e avete fiducia nel mio operato.
Sui tecnicismi della norma non vi annoio, ha già risposto egregiamente il Sindaco Basile.
Sarebbe bello poter essere giudicati per il lavoro svolto, dunque su fatti concreti, ma oggi per alcuni è più semplice alimentare futili polemiche in assenza di argomenti seri.

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