«Il Ponte sullo Stretto di Messina è una leva unica per la competitività, l’innovazione, l’immagine e la credibilità dell’Italia». L’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, in un’intervista a tutta pagina, pubblicata dal “Sole 24”, spiega le ragioni del perché il collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto sia diventato ormai un appuntamento «irrinunciabile» per il Paese.
«Rappresenta – dichiara Salini – non solo un’opera ingegneristica di straordinaria importanza, ma anche il coraggio di un progetto che definisce il futuro, unendo le generazioni sotto il segno del fare, per realizzare un’Italia più coesa». Non sarebbe «solo il più lungo Ponte sospeso al mondo ma un vero e proprio “game changer” dell’economia italiana». Cos’è un “game changer”? «È un punto di svolta. Una persona, un'azienda o un'idea può essere considerata un “game changer” quando introduce qualcosa di nuovo, rivoluzionario o altamente influente che cambia le regole del gioco o il modo in cui le cose sono state fatte fino a quel momento». E il Ponte sullo Stretto di Messina, secondo Salini, è «il “game changer” dei prossimi decenni».
Perchè? «Perché in assenza di solidi investimenti per la ricerca di base e non potendo contare su terre rare e materie prime critiche – spiega l’amministratore delegato del Gruppo che guida il Consorzio Eurolink –, in Italia le infrastrutture sono vitali per la competitività e rappresentano una necessità quotidiana per imprese, servizi pubblici, trasporti d’urgenza, forze dell’ordine, studenti. Ma è difficile essere competitivi se circa 5 milioni di cittadini siciliani, quasi il 10% della popolazione, restano sconnessi dal resto del Paese».
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