Tutti e 54 a giudizio. Il processo inizierà il prossimo 13 marzo davanti ai giudici del tribunale di Patti. Ha deciso così la gup Monia De Francesco ieri mattina al Palazzo di giustizia di Messina a conclusione della maxi udienza preliminare per l’operazione Nebrodi 2. È la seconda puntata della lotta alla mafia dei pascoli, quella dei gruppi tortoriciani che truffavano milioni di euro all’Unione Europea e all’Agea sui terreni agricoli. È in pratica il seguito della Nebrodi 1, che scattò nel gennaio del 2020, e ha già registrato la sentenza d’appello.
La maxi udienza vedeva coinvolti inizialmente 59 imputati e 8 imprese agricole. E sul fronte delle parti civili, è questa la svolta dopo anni di oscurantismo, si sono costituiti parecchi tra gli imprenditori agricoli e gli allevatori che per anni sono stati vessati dai gruppi mafiosi. Ieri mattina si sono consumati gli ultimi passaggi tecnici, con la conclusione delle arringhe difensive. Poi la gup De Francesco è entrata in camera di consiglio per decidere tutto.
All’udienza scorsa, il 18 ottobre, la gup aveva accolto la richiesta di accedere al rito abbreviato “secco” per cinque imputati, che quindi “escono” dal procedimento principale. Si tratta di: Rosario Iuculano, Basilio Lionetto, Sebastiano Galati Giordano del 1989, Giuseppe Costanzo Zammataro del 1988 “iapicu”, e Giuseppe Lo Re. Per trattare la loro posizione la gup ha già fissato la data del 31 gennaio.
Ecco invece i 54 imputati che dovranno affrontare il processo davanti al tribunale di Patti dal marzo prossimo. Si tratta di: Salvatore Antonino Basile Gigante, Giuseppe Bontempo “batoia”, Carmelo Bontempo Scavo “pittinissa”, Giuseppe Bontempo Scavo “pirappapete”, Rosario Bontempo Scavo, Salvatore Bontempo Scavo “avvocato”, Sebastiano Bontempo Scavo “piricoco”, Sebastiano Bontempo Scavo “spacchiusu”, Davide Brugaletta, Antonina Merilin Calà Lesina, Antonino Calabrese, Alfio Cammareri, Paolo Cancelliere, Signorino Conti Taguali, Cesare Costanzo Zammataro, Giuseppe Costanzo Zammataro “pitrinu”, Giuseppe Costanzo Zammataro del 1989, Rosario Attilio Lucio Crascì, Sebastiano Craxì, Maria Destro Mignino, Salvatore Aurelio Faranda, Gaetano Faranda, Leone Faranda, Giuseppe Massimo Faranda, Filippo Nicholas Faranda, Giuseppe Furnari, Vincenzo Galati Giordano “lupin”, Carmelo Galati Massaro “grillaru”, Placido Galvagno, Luisa Germanà, Salvatore Giallanza, Salvatore Giglia “Totò bicicletta”, Giuseppe Giletto, Salvatore Gulino, Renis Haka, Basilio Lionetto, Antonino Maurizio Liuzzo Scorpo, Saverio Marcinnò, Giuseppa Messina, Marika Messina, Daniele Monastra Ciarello, Roberto Salvatore Parlagreco, Alfio Pillera, Andrea Pizzino, Francesco Princiotta, Carmela Puglisi, Antonino Puliafito, Giuseppe Silvestro, Alessandro Taranto, Fortunato Taranto, Giuseppe Taranto, Marco Taranto, Carmelo Vitale, Nunzio Zaiti, Carmelino Zingales.
All’udienza scorsa, il 18 ottobre, era stato il sostituto della Dda Francesco Massara a chiedere il rinvio a giudizio dei 54 imputati e delle 8 imprese agricole coinvolte come persone giuridiche. Ieri mattina l’accusa era invece rappresentata dal sostituto della Dda Marco Accolla, che di recente è stato nominato nel gruppo antimafia peloritano dal procuratore capo di Messina Antonio D’Amato.
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