"Non c'è alcun pregiudizio evidente", nessun danno ambientale in questa fase, l'azione inibitoria collettiva non è giustificata da alcuna motivazione, la società Stretto di Messina agisce in base a una legge dello Stato e le procedure di approvazione del progetto definitivo sono ancora in corso: con queste motivazioni la XVII sezione del Tribunale delle Imprese di Roma ha respinto l'istanza presentata dai legali di un gruppo di 104 cittadini, condannando i ricorrenti alle spese, per l'elevato importo di 340mila euro.
Germanà, chiara sentenza Tribunale, avanti tutta
«Rigettata l’istanza dei signori del NO perché basata su ipotesi non concrete: la sentenza del Tribunale di Roma è chiara e non lascia spazio a interpretazioni, e anche stavolta, l’ideologia dei NO Ponte deve fare i conti con la realtà. Oltretutto, i giudici hanno sottolineato che non è stato dimostrato alcun danno ambientale legato al progetto. I signor NO a tutto se ne facciano una ragione: un ricorso inammissibile a un progetto che, grazie alla determinazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è ormai all’ultimo step e consentirà lo sviluppo della Sicilia, del Sud e dell’intero Paese. Avanti tutta per la realizzazione della struttura più importante del secolo, dell’opera che permetterà la crescita economica e occupazionale dei nostri territori». Così in una nota il senatore messinese Nino Germanà, segretario in Commissione Trasporti a Palazzo Madama e Commissario della Lega in Sicilia.
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