L’accordo di secondo livello, il sistema di premialità, il clima in azienda. Sono le criticità dell’Atm messe in evidenza nel corso di una conferenza stampa dai segretari di Faisa-Cisal, Orsa e Fit-Cisl che hanno fatto il punto sulla situazione. Dal quadro tracciato dalla tre sigle è emersa preoccupazione per i lavoratori. Ai sindacati risponde la presidente di Atm, Carla Grillo con una nota. Il punto di partenza sono le criticità per l’accordo di secondo livello che le tre sigle non hanno firmato del tutto. «Eppure, tale posizione, appare alquanto pretestuosa, considerato che - come ricordato dalle sigle sindacali sopra indicate - l’Azienda e tutte le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un accordo su 20 punti su 23. Segno questo, unito alla circostanza che altre 3 sigle sindacali hanno sottoscritto l’accordo, che lo stesso presenta elementi condivisibili sia dal lato datoriale che da quello dei lavoratori» sostiene la presidente di Atm.
«L’accordo- prosegue - è stato frutto di un confronto, certamente costruttivo, al quale la presidente Grillo non si è sottratta, ma che ha anzi affrontato con spirito collaborativo. Che l’accordo raggiunto presentasse profili appropriati, è riconosciuto nel corso della conferenza stampa dalle stesse organizzazioni sindacali che non hanno sottoscritto l’accordo. Ed invero, le stesse dichiarano che, economicamente, l’accordo sia ineccepibile, ma la loro contrapposizione è dovuta a mere questioni di principio. La scelta di non sottoscrivere, da quanto è emerso nel corso della conferenza stampa, è esclusivamente politica, in tal modo confermando, implicitamente, che gli incontri che hanno portato all’accordo si sono svolti in maniera costruttiva ed efficace. La presidente Grillo ricorda alle sigle sindacali che non hanno sottoscritto l’accordo che nel corso delle trattative, nonostante la massima apertura da parte dell’Azienda, le stesse hanno preferito ritirarsi dalla trattativa, sebbene vi sia stata una convergenza sulla quasi totalità dei punti dell’accordo. Ciò a riprova delle ragioni meramente politiche che hanno caratterizzato il comportamento delle sigle non firmatarie».
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