
Novantunesima su 107. Due posti persi rispetto alla performance del 2023. Una città e una provincia che si dibattono tra eterni problemi irrisolti, ma con qualche segnale incoraggiante, che può far sperare in una faticosa risalita della classifica. Ancora una volta il report sulla “Qualità della vita”, stilato dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, non sorride a Messina, ma soprattutto certifica il divario abissale tra Centro-Nord e Sud. Ma hanno ancora un senso queste graduatorie?
È un interrogativo che viene posto da decenni. Da un lato, sono strumenti che forniscono spunti interessanti e che possono essere utili per ragionare sul presente e sul futuro delle nostre città-province. Ma, dall’altro, non cambiando mai, continuano a essere la fotografia di un Paese profondamente diviso, dove nessuna città del Mezzogiorno riesce ad avanzare più di tanto e dove il monopolio delle prime posizioni è sempre targato Nord (o tutt’al più Centro). Stavolta è Bergamo in testa, le solite Trento e Bolzano sul podio, poi Monza e la Brianza, Cremona, Udine, Verona, Vicenza, Bologna e Ascoli Piceno a chiudere la “top ten”. Gli indicatori e i parametri sui quali si basano tali classifiche, pur ineccepibili sul piano tecnico, presentano vistose contraddizioni, tali da condizionare l’esito finale della competizione. E alla fine ne risultano sempre avvantaggiate le realtà urbane del Centro-Nord. Ma la qualità del vivere in una città, spesso, sfugge all’arida legge dei numeri.
Novantunesimo posto, dunque. Da quando esiste questa classifica, cioè dal 1990 a oggi, la miglior posizione mai occupata da Messina è stata nel 1995, quando ci siamo ritrovati al 76eiesimo posto. Ma incredibilmente, l’anno successivo, nel 1996, siamo precipitati al 102esimo posto. Da allora “mai una gioia”, qualche risalita tra l’ottantesimo e il novantesimo posto, poi i “ruzzoloni” in basso, fino alla 104esima posizione del 2015 e alla centesima del 2019. Dall’anno della pandemia, siamo stati in posizione 91, poi 97, quindi 89 per due volte consecutive e adesso 91. Dietro di noi, ci sono Salerno, la provincia del Sud Sardegna, Taranto, Isernia, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Foggia, Palermo, Caserta, Cosenza, Vibo, Siracusa, Crotone, la grande Napoli e, fanalino di coda, la dirimpettaia Reggio.

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3 Commenti
Franco
17/12/2024 08:53
E certo che è novantunesima, anzi! Con le continue crisi idriche è il minimo. Però, abbiamo le piste ciclabili (inutili e deserte, anche in primavera e in estate, almeno al centro, per non parlare in questa stagione), e ForestaMe, che ha ridotto i parcheggi che già è difficile trovare. Oltre ad aver rovinato probabilmente, uno dei viali più larghi d'Italia, prima con un tram e poi con altre piste ciclabili. Per poi farci l'isola pedonale. Quando chi è eletto, crede di dover o poter educare il popolo in base alla propria visione, invece di capire che è stato eletto, per fare quello che vuole il Popolo Sovrano. Si sono convinti che dobbiamo per forza andare a piedi e coi mezzi pubblici, quando non in bicicletta. Sì, con le borse della spesa, con acqua, olio, vino, birra e bevande varie (cito le cose più pesanti per la spesa! Almeno si inventassero un sistema in bici con portabagagli e tettoia per la pioggia, non so, tipo risciò, allora forse, potrebbe avere un cenno di logica. Per non parlare del fatto che se uno deve comprare un farmaco con urgenza, magari con le farmacie di turno del viale isola pedonale. W le emergenze! Per comprare un farmaco d'urgenza devo andare a piedi o in bici. Complimenti per la genialità! Creami piuttosto un sistema dove possa entrare in farmacia direttamente con l'auto! Ovviamente è un'iperbole, ma questo dovrebbe essere il principio: renderla comoda ai cittadini, non dura!
aldo lepiane
17/12/2024 10:31
la'dove un laureato(italiano) vale molto meno di un diplomato(finlandese per esempio)mi consente di ridere sopra a tutte queste ridicole classifiche specialmente per certi delicati settori...et hoc satis!
Vincenzo
17/12/2024 23:30
Classifica nelle sue grandi linee ridicolmente ovvia, anacronistica dato lo sviluppo che in ogni caso avanza in tutte le aree del Paese, oltre che discriminatoria e per questo offensiva verso un Sud che deve scontare ritardi decennali in molti campi e spesso non per colpe proprie. Graduatoria da abolire seduta stante per manifesta idiozia e mi chiedo per questo a chi interessi riproporla periodicamente con i suoi insulsi e incoerenti distinguo. Personalmente trovo più interessante e utile quella valutazione che mi fa notare come il Frecciarossa sia meglio della Circumvesuviana, la quale a sua volta appare meglio della Littorina degli anni ’30. Classifica inoltre che non prende in considerazione, tra l’altro, aspetti fondanti dell’esistenza come il clima sociale, l’empatia umana e il piacere conviviale, che mille volte mi hanno fatto sentire meglio a Riggiu rispetto a Bèrghem. Comunque, fini osservatori economici e raffinati statistici del Sole24Ore nordista, abbiate fiducia: tra una decina d’anni o poco più “Città dello Stretto”, metropoli risultante dalla conurbazione di Messina e Reggio grazie al Ponte, sarà pronta a insidiare i primi 10 posti della vostra spocchiosa graduatoria e a fungere da traino per il riscatto di questo Sud perennemente in Serie C.