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Povera e senza una casa: il Comune di Barcellona assegna la residenza ad Alessandra

Si è concluso positivamente il calvario della donna di 58 anni, originaria di Barcellona, cui un’ottusa burocrazia aveva impedito di eleggere domicilio nella sua città natale.

Si è concluso positivamente il calvario della donna di 58 anni, originaria di Barcellona, cui un’ottusa burocrazia aveva impedito di eleggere domicilio nella sua città natale. La donna, che è rimasta priva di una casa in cui abitare, malata e ha perso il lavoro riducendosi in povertà e senza parenti che possano ospitarla o aiutarla a cercare un alloggio, si era vista rifiutata dal funzionario responsabile dei Servizi anagrafici del Comune, la richiesta verbale di iscrizione all’anagrafe comunale. Tutto ciò ieri stesso, dopo che la questione sollevata dal diniego, era stata sottoposta dagli avvocati Carmelo Costa e David Bongiovanni, a cui si la donna si era rivolta, all’attenzione della dirigente da cui dipende il servizio Anagrafico. Finalmente trascorse altre 48 ore, la donna senzatetto – che vive in un tugurio nei pressi della stazione ferroviaria ed è priva di fissa dimora – ha dovuto dichiarare con atto notorio di “vivere abitualmente dallo scorso ottobre 2024 sul territorio di Barcellona, nei pressi della stazione ferroviaria”.

Dichiarazione rilasciata al fine dell’iscrizione nell’anagrafe dei residenti del Comune. Alla donna che vive di stenti e dorme per terra avvolta in due sacchi a pelo, è stato attribuito come indirizzo fittizio per ricevere eventuali comunicazioni postali la via Casa Comunale n. 1. Via che in effetti non esiste, ma che si spera venga interpretata come sede municipale del Comune, anche perché nel Palazzo satellite, sede degli uffici anagrafe, non è collocata alcuna cassetta delle lettere destinata ai senza tetto, e ciò per consentire alla stessa, o ad altri senzatetto residenti nel comune, di ricevere eventuali comunicazioni postali o del Comune.

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