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Ponte sullo Stretto: «troppi e troppo forti gli impatti»

Il Comitato: «Non si tiene conto dell’effetto cumulo». Pietro Ciucci: «Risponderemo, come abbiamo sempre fatto. Ma il loro è un approccio arrogante, volto a far pressione indebita sulla Commissione Via»

«Le oltre 600 pagine delle osservazioni rafforzano la tesi già ampiamente documentata secondo cui il Ponte sullo Stretto di Messina rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non compensabile né mitigabile». Lo scrivono le associazioni Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf Italia, insieme con la “Società dei territorialisti”, i “Medici per l’Ambiente-Isde” e i Comitati messinesi “Invece del Ponte” e “No Ponte-Capo Peloro”.

Il fronte ambientalista ha presentato alla Commissione Via-Vas del Mase le nuove osservazioni al progetto definitivo del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, contestando «nel metodo e nel merito» le integrazioni depositate dalla “Stretto di Messina”, nell’ambito delle procedure della Valutazione d’impatto ambientale. Vi hanno lavorato 39 docenti universitari, tecnici ed esperti, secondo i quali «le integrazioni prodotte dalla “Stretto” non rispondono alle segnalazioni critiche formulate dalla Commissione Via-Vas, ma si limitano a tentare di giustificare scelte progettistiche già effettuate nel passato».

Ed ecco i principali punti contestati:

1) «Il lavoro di analisi prodotto dalla “Stretto” contiene un errore eccezionalmente grave, ovvero, la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell’opera producono. L’assenza del cosiddetto “effetto cumulo” rappresenta una palese violazione della normativa vigente, sia comunitaria che nazionale».
2) «La parte della Vinca-Valutazione d’Incidenza ambientale relativa alle aree sottoposte a vincoli comunitari perché ricomprese nei siti della Rete Natura 2000, è quella forse dove il numero di analisi parziali, omissive e metodologicamente criticabili, appare più evidente anche perché alcune delle compensazioni proposte sono o risibili o non compatibili con le Linee guida dello stesso ministero dell’Ambiente. Viene per altro evidenziato come il progettista dia per scontato autorizzazioni che molti singoli interventi necessitano: nuove captazioni idriche, cave e discariche non sono autorizzabili, se non al termine di specifiche procedure il cui risultato non è affatto acquisito come invece il progetto sembra lasciare intendere».
3) «Il Ponte è un “progetto ideologico”, voluto politicamente, indipendentemente dalla sua utilità e realizzabilità: l’altra palese violazione è relativa alla cosiddetta “opzione zero” che non viene analizzata correttamente, in particolare nel rapporto costi (non solo economici, ma anche ambientali) e benefici tra fare o non fare l’opera. Questa comparazione, se fatta correttamente, avrebbe portato ad una risposta negativa scontata proprio perché l’opera non è mitigabile, né compensabile. Questo per tacere che l’opera, dal punto di vista economico, rappresenta un buco nero nei bilanci pubblici visto che il suo costo esatto resta ad oggi ignoto».

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