L’emergenza idrica è generalizzata, nell’estate in cui tutta la Sicilia soffre una “grande sete” senza precedenti. E i problemi con cui la città ha a che fare quotidianamente riguardano autobotti che non sempre sono sufficienti a soddisfare le richieste, insopportabili perdite in una rete idrica troppo vetusta e sulla quale si sta intervenendo con lavori complessi e lunghi (ma nel frattempo, chiede l’uomo della strada, l’acqua che si perde chi la paga?), serbatoi che si riempiono a metà, rubinetti che restano a secco ben prima dell’orario di “stop” anche se ci si trova nella zona “giusta” del giorno, erogazione che si ferma dopo un paio d’ore anche al di fuori di quelle famose zone A e B, interi quartieri della città che da anni sembrano condannati ad un crisi idrica permanente (il quartiere Lombardo, in pieno centro, è uno di questi).
Un elenco lungo, sul quale il sindaco, nei prossimi giorni, farà un punto della situazione, anche in vista di un settembre che, per dirla con l’ingegnere capo del Genio civile, preoccupa e non poco. Eppure per l’opinione pubblica la madre di tutte le questioni rimane quella dei rapporti tra Amam e gli altri comuni. Taormina, ovviamente, che è politicamente più “gustosa” perché governata da Cateno De Luca. E, come abbiamo spiegato ieri, Giardini Naxos, che da anni riceve l’acqua da Messina (un soccorso necessario dal quale, secondo la Prefettura, non si può tornare indietro) senza pagare un euro.
Proprio sul caso Taormina ieri è intervenuto, sollecitato dal sindaco Federico Basile, il presidente di Siciliacque, Salvatore Castrovinci (che è sindaco pure lui, a Torrenova), chiarendo – attraverso l’ufficio stampa di Basile, però – che la frase che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi a proposito dei famosi 12 litri al secondo oggetto dello “scambio” tra Amam e Taormina “i litri in più potevano andare a Messina”, «non riflette alcuna posizione o dichiarazione del nostro dipendente di Siciliacque», il direttore tecnico Massimo Burruano, intervistato da “Repubblica”. Lo stesso Castrovinci ha aggiunto che dalla società sono state diffuse «informazioni esclusivamente di natura tecnica», senza «alcuna valutazione di opportunità circa la possibile destinazione dei flussi idrici gestiti». La parola definitiva che ci si aspettava? Secondo Basile sì, «auspico che si possa considerare chiuso questo capitolo di inutili e sterili polemiche», dice il sindaco.
Un capitolo ancora aperto, invece, è quello tra Amam e il Comune di Giardini Naxos: nonostante ad inizio maggio la giunta giardinese guidata dal sindaco Giorgio Stracuzzi avesse approvato un piano di rientro per il debito da 480 mila euro con Amam, ad oggi nessun pagamento sarebbe avvenuto, al punto che Messina ha già fatto partire un decreto ingiuntivo. Al centro ci sono i 5 litri al secondo che Amam fornisce a Giardini per ovviare alle criticità di un quartiere del comune ionico, Ortogrande. Fornitura all'ingrosso che avviene dal 1999 «in conclamata assenza di contratto», o almeno così viene scritto nella delibera di giunta approvata dal Comune giardinese a maggio.
Sostanzialmente non è mai esistito un documento che regolasse questo rapporto tra Comune di Giardini e Amam, eppure negli anni è stato accumulato un debito di ormai oltre 500 mila euro, rispetto al quale Giardini si era impegnata (previa approvazione di relativi debiti fuori bilancio in consiglio comunale, e forse nasce proprio qui l'intoppo) a pagare il pregresso a rate. Le prime due rate avrebbero dovuto essere pagate il 30 giugno (168.739 euro) e il 31 luglio (61.494 euro), come previsto anche dalla bozza di scrittura privata transattiva allegata alla delibera di maggio. Ma il pagamento non c'è stato. E ora nasce un altro contenzioso.
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