Come se non bastasse la crisi idrica. Ora anche i treni ad.., espulsione.
«Sul treno ci sono troppe persone, molte in piedi, fino a quando qualcuno di voi non decide autonomamente di scendere non possiamo ripartire»: è l’incredibile appello rivolto dal personale Trenitalia ai passeggeri del regionale partito sabato alle 17.03 da Messina, che sarebbe dovuto arrivare a Palermo alle 19.55.
Ma alla fermata di Cefalù, poco dopo le 19, il treno è rimasto fermo per più di mezz’ora a causa dell’eccessivo numero di passeggeri saliti a bordo in stazione, molti dei quali si sono ammassati in piedi lungo i corridoi dei vagoni.
«Per favore - ricostruisce uno dei passeggeri testimone dell’accaduto - è stato detto più volte, con tanto di traduzione in inglese, dal personale di Trenitalia alle persone a bordo, non essendoci posti assegnati, chiediamo a chi non ha fretta di scendete e prendete il prossimo treno, altrimenti non possiamo ripartire e rischiamo di bloccare anche il convoglio successivo».
Un appello inizialmente caduto nel vuoto, tra lo stupore dei passeggeri. Fino a quando, dopo oltre mezz’ora, alcuni hanno deciso di scendere e il treno è ripartito in direzione Palermo, dove è arrivato in ritardo rispetto all’orario previsto. Chissà se se questa opzione rientra nel contratto tra Trenitalia e la Regione.
Di certo qualcuno dovrebbe spiegare che quando si acquista il biglietto non si immagina la possibile “espulsione” per problemi di sovraffollamento. Perché, si immagina, che quando il treno raggiunge la capienza massima le biglietterie non dovrebbero più accettare altri passeggeri sulla tratta “solt out”. Ma evidentemente in Sicilia vige un regime diverso.
Sulla Messina-Palermo: "Il treno è troppo pieno, o scendete o non si riparte"
Sarebbe stato questo l’ultimatum del personale di Trenitalia
Caricamento commenti
Commenta la notizia