Messina saluta la seconda edizione del “Meeting Tourism” e gli oltre venti buyers arrivati da tutto il mondo con un’immersione nella tradizione popolare, alla scoperta dei Monti Peloritani e del panorama di Dinnammare che, nonostante la foschia, è «mozzafiato», come sussurrano in tanti. E ancora i percorsi in e-bike, anche nelle antiche strade militari sterrate per un’esperienza “wild” che racconta quanto poliedrica possa essere la città agli occhi del turista.
Il Museo della Cultura e Musica popolare dei Peloritani, curato da Mario Sarica, apre le proprie porte nella sala dei pupi siciliani, patrimonio dell’Unesco, al suono della zampogna di Salvatore Vinci. I “buyers” assaporano l’origine della cultura popolare messinese attraversando i vicoli di Gesso, uno di quei casali storici che sorvegliano dall’alto lo Stretto. Il pranzo da “Don Minico” chiude il cerchio, anche pensando allo storico spettacolo dei pupi messo in scena nella “Casa di cura” delle quattro strade.
L’attesa “Pagnotta alla disgraziata”, i racconti del “dottor” Paolo Mazza e il diploma di laurea per la tedesca Suzanne Nows e la spagnola Maria Luisa Colen completano una tre giorni messinese che va in archivio con tanti sorrisi (oggi i buyers si sposteranno a Reggio).
Tanti, infatti, i “feedback” favorevoli raccolti dalla “event manager” Ligia Hofnar di “Italia Absolutely” e “Travel quotidiano”, una delle menti del “Meeting Tourism”: «Il bilancio è positivo soprattutto per la qualità delle persone presenti, frutto della pubblicità fatta l’anno scorso da “buyers”, blogger e giornalisti. Abbiamo incuriosito moltissimi operatori turistici esteri, tanto che ho dovuto mettere il cartello “sold out” e creato una sorta di lista di attesa per un eventuale terzo round di questo “Meeting tourism”.
Messina merita tanta attenzione, abbiamo richieste da Stati Uniti e Canada, ma con sorpresa anche da Australia e Nuova Zelanda: segno che il nostro lavoro e quello del Comune sono stati apprezzati. Quando sono stata al “Travel agent forum” a Las Vegas ho avuto il privilegio di dedicare dieci minuti di conferenza proprio a Messina ed è stato emozionante, perché 400 agenti statunitensi e canadesi hanno chiesto ulteriori informazioni: non avevano mai sentito della città all’interno di una programmazione turistica e sono bastate le immagini e le mie poche parole a invogliarli a conoscere questa meta “sconosciuta” per il loro mercato».
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