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Della maxi-torta dei fondi Fsc il Comune di Messina gestirà... le briciole. L'elenco delle opere ignorato dalla Regione

In città interventi per quasi 104 milioni, Palazzo Zanca ne avrà solo 26,8

C’è un aspetto dell’accordo siglato a Palermo tra il governo regionale e la premier Meloni sugli Fsc (Fondi di sviluppo e coesione) che non è piaciuto ai Comuni, in testa quello di Messina: buona parte di quei 6,8 miliardi verrà gestito da enti regionali, commissari (scelti dalla Regione) o addirittura fuori dalla Sicilia stessa, come il tesoretto da 1,3 miliardi destinato al Ponte sullo Stretto. E agli enti territoriali – i Comuni, appunto, ma anche le Città metropolitane – rimangono le briciole da gestire “in autonomia”.
Per intenderci: per il territorio di Messina città (includendo anche gli interventi previsti sulla tangenziale A20) sono stati inseriti in elenco progetti per quasi 104 milioni di euro, ma di questi meno di 27 milioni saranno gestiti dal Comune, tutti gli altri saranno di pertinenza di enti regionali come il Cas, la Soprintendenza, il commissario per il dissesto idrogeologico. Ancor più netto il dato sulla Città metropolitana, che ha ottenuto finanziamenti pari a... zero.

Ecco cosa gestirà il Comune di Messina

Nel dettaglio, il Comune di Messina gestirà cinque interventi: il porto di Tremestieri, ovviamente, per il quale dal nuovo accordo Fsc arriveranno 19,2 milioni di euro; la realizzazione di un asilo nido a Sperone-Serri (800 mila euro); due interventi di riqualificazione del litorale, a Contesse (501 mila euro) e a Maregrosso (1,7 milioni); il progetto di restauro, rifunzionalizzazione e valorizzazione turistico-culturale di Forte Gonzaga (4,6 milioni).

Ma per avere un quadro completo di come è stata gestita (soprattutto politicamente) la partita dei Fondi di sviluppo e coesione – in piena campagna elettorale, va ricordato –, diventa utile andare a vedere cosa non è stato finanziato, rispetto agli interventi che Messina, attraverso il Comune e la Città metropolitana, ma anche tramite le sue partecipate (su tutte l’Amam), aveva proposto alla Regione.

L'elenco ignorato dalla Regione

Il 21 marzo scorso, in particolare, dagli uffici di Palazzo dei Leoni era partita una nota con la quale il responsabile del servizio, Roberto Siracusano, il direttore generale, Salvo Puccio, e quindi il sindaco, Federico Basile, indicavano un elenco di interventi ritenuti prioritari, sia per il loro «elevato grado di maturità progettuale», sia per il timore «che possano essere oggetto di provvedimento di definanziamento». In quell’elenco c’erano, a livello comunale: la piastra logistico-distributiva San Filppo-Tremestieri (1,5 milioni), la riqualificazione del mercato di Sant’Orsola e dell’ex autoparco (9,3 milioni), la costruzione di una nuova scuola elementare a Tremestieri (6,1 milioni) l’asilo nido nell’ex scuola di via Brasile (250 mila euro), il revamping delle cantrali di sollevamento Mili Canneto e Carmine (230 mila euro), e due interventi nella nuova via Don Blasco, per un totale di oltre 700 mila euro. A livello provinciale, invece: i nuovi svincoli di Alì Terme e Santa Teresa di Riva, la strada a scorrimento veloce Patti-San Pier Niceto (il primo, in particolare, con un progetto avanzatissimo, a differenza di quello di Monforte, finanziato, però, nell’accordo Fsc per 40 milioni di euro), la panoramica Castoreale-Monti Peloritani, il polo florovivaistico di Barcellona, il completamento della strada Gallodoro-Letojanni, la ristrutturazione dell’istituto superiore di Lipari. Un elenco totalmente ignorato dalla Regione.
Così come è stato ignorato l’elenco di interventi proposti da Amam, a proposito di crisi idrica: dalla distrettualizzazione delle reti all’efficientamento dei serbatoi, dalla valorizzazione delle fonti idriche all’adeguamento del serbatoio Montesanto1, del desalinizzatore ai lavori sull’acquedotto Fiumefreddo in contrada Bagni, dalla razionalizzazione del complesso Bufardo Torrerossa al collegamento Alcantara-Montesanto.

A questi vanno aggiunti, proposti direttamente dal Comune, progetti per circa 25 milioni per la messa in sicurezza di due ex discariche, quella di Portella Arena (20 milioni) e quella di Vallone Guidari. Ma anche in questo caso, è stato scelto di finanziare altro. Il Ponte e i suoi 1,3 miliardi? Al Comune non vogliono sentirne parlare: «Il Ponte non è un’opera locale e soprattutto non so se e quando lo vedrò, le opere che avevamo proposto le avremmo viste di sicuro», il Basile pensiero, ribadito anche di recente. E che continua a essere fonte di amarezza a Palazzo Zanca.

 

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