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Impianto rifiuti a Mili Marina verso la gara, ma scatta la diffida. L’investimento da 30 milioni

Da una parte una nuova gara d’appalto in rampa di lancio, dall’altra la diffida da parte di un comitato locale che punta a bloccare l’iter.
L’impianto per la gestione della frazione secca di Mili è alle prese con diverse turbolenze. In questa settimana un paio di passaggi hanno arricchito il dossier dell’opera che dovrebbe rappresentare il primo vero impianto pubblico moderno sul territorio messinese nell’ambito dei rifiuti.
Lunedì scorso, la Società di regolamentazione dei rifiuti che ha in capo la realizzazione della struttura e che è composta dai sindaci di 47 Comuni del messinese, ha fatto avere ad Invitalia, committente per la gara, tutta la documentazione utile per poter avviare il secondo appalto per la realizzazione dell’opera. Sono trascorsi oltre tre mesi da quando la Srr decise di riavviare la procedura a seguito della sorprendente decisione delle tre aziende che erano state selezionate dalla commissione per partecipare alla fase conclusiva del primo appalto di non presentare le offerte definitive, in una formula, quella del dialogo competitivo, che non sarà ripetuta. Invitalia ha avuto bisogno di questi 90 giorni per poter rimettere in piedi la gara e ora ha tutto quello che le serve per far ripartire l’iter. Quando il bando sarà pubblicato non è dato saperlo, ma Invitalia ha promesso di arrivare ad individuare l’operatore economico entro fine luglio. In questi mesi il costo è lievitato da 27 a 30 milioni di euro e sarà seguita la via dell’appalto integrato. In pratica chi vincerà la gara dovrà realizzare il progetto esecutivo, partendo dal definitivo, preoccupandosi di inserire i correttivi imposti dalle osservazioni che in fase autorizzativa sono stati imposti.

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