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Messina, dal nodo carroattrezzi all’amianto negli uffici: è ancora tensione all'Atm

Ben sei autisti sui nove impiegati nel servizio carroattrezzi, scrivono i sindacati, sarebbero stati destinati, «con azione unilaterale», nell’area esercizio gommato

Non si sono spenti i riflettori sulla gestione di Atm. Dopo una pausa “tecnica”, lunedì riprenderà il confronto in commissione consiliare Mobilità, a Palazzo Zanca, tra organizzazioni sindacali e vertici dell’azienda e, stavolta, ci sarà anche il presidente, Pippo Campagna. Sul tavolo potrebbe finire anche un’altra questione, sottoposta nei giorni scorsi allo stesso Campagna e al direttore generale, Claudio Iozzi, da Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Orsa: il depotenziamento del servizio di rimozione forzata. A quanto pare ben sei autisti sui nove impiegati nel servizio carroattrezzi, scrivono i sindacati, sarebbero stati destinati, «con azione unilaterale», nell’area esercizio gommato. Insomma, guideranno gli autobus. La conseguenza, attaccano i sindacati, sarebbe il fermo di almeno tre carroattrezzi aziendali su sei e, quindi, «l’ennesimo tentativo di trasferire a soggetti privati una parte di produzione che Atm Spa ha il dovere di svolgere in house». Un’azione che verrebbe dopo la decisione di ricorrere ai privati anche per i controllori. Benzina sul fuoco già acceso, insomma.
E non cala l’attenzione nemmeno da parte di chi quelle sedute di commissione dedicate ad Atm le aveva richieste, e cioè il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Felice Calabrò. Quest’ultimo, un paio di giorni fa, ha effettuato una visita-ispezione in Atm insieme al vicepresidente vicario dell’Aula, Mirko Cantello. 

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