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Messina, casa degli "orrori" a Fondo Fucile: Iacp ci mette una... catena

Immobili di proprietà pubblica in condizioni pietose, lasciati a marcire nonostante la “fame” di alloggi per l'emergenza abitativa.

Immobili di proprietà pubblica in condizioni pietose, lasciati a marcire nonostante la “fame” di alloggi per l'emergenza abitativa. Ad occuparsene è il consigliere del Pd Alessandro Russo che, in un'interrogazione rivolta all'assessore al Patrimonio Roberto Cicala e al presidente della Patrimonio, Maurizio Cacace, non solo chiede conto della situazione di completo abbandono di due immobili a Fondo Fucile e Villaggio Aldisio, ma anche «dell'effettiva consistenza numerica degli immobili del patrimonio comunale che risultano non assegnati, liberi o sfitti, per comprendere di quante unità immobiliari si possa disporre in vista di una loro assegnazione a fini di residenziali pubblica».

Un intervento che arriva «a seguito di allarmanti notizie riportate di recente dalla stampa locale – in particolare in un servizio andato in onda su Rtp nel mese di aprile– inerenti la condizione di alcuni immobili di proprietà Iacp e di altri trasferiti alla disponibilità del patrimonio del Comune, situati in Fondo Fucile pal. 42 e in Villaggio Aldisio, via Antonio Barbottiglia».

Russo specifica che «l’appartamento di Fondo Fucile, di proprietà Iacp, appare in condizioni veramente disastrose, abbandonato da anni e fatto oggetto di evidenti attività di vandalismo. A seguito del servizio giornalistico, qualche giorno dopo, lo Iacp è intervenuto apponendo appena un nastro che dovrebbe rendere inaccessibile l’appartamento ma la porta, divelta, è rimasta aperta e accessibile da chiunque voglia introdursi».

Un altro caso è quello di un appartamento di Via Barbottiglia: «L'immobile risulterebbe di proprietà comunale, quindi di competenza di Patrimonio Messina Spa, non più in uso da qualche anno, dopo la morte del legittimo assegnatario, presenta le finestre aperte da anni, accessibili da animali o da malintenzionati, e le condizioni interne altrettanto devastate a causa dell’abbandono e dell’ammaloramento conseguente». Russo evidenzia che «vista la quotidiana attività di recupero immobili a fini di utilizzo per il contrasto al disagio abitativo e per il risanamento urbano», situazioni di questo genere dovrebbero essere evitate, «per non creare un danno a quel patrimonio immobiliare che potrebbe essere utilizzato per assegnarlo a famiglie venti diritto».

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