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Messina, conclusa la requisitoria per il maxiprocesso dei Nebrodi: chieste 26 conferme e 62 riforme della sentenza di primo grado

E' stato il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo a chiudere il cerchio, dopo che all'udienza scorsa avevano preso la parola i sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti.

Il carcere Gazzi di Messina

Un conferma sostanziale della sentenza di primo grado, con in più il riconoscimento dell'associazione mafiosa che riguarda il gruppo dei Faranda ritenuto dalla Dda vicino ai Bontempo Scavo, gruppo che invece in primo grado è stato valutato come associazione a delinquere “semplice”. E poi alcune assoluzioni che vengono contestate con la nuova richiesta di condanna.

All'aula bunker di Gazzi si è conclusa la requisitoria dell'accusa al maxiprocesso Nebrodi sulla mafia dei pascoli, ovvero i clan tortoriciani dei Batanesi e dei Bontempo Scavo che per decenni hanno organizzato le truffe agricole all'Unione Europea e all'Agea. E' stato il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo a chiudere il cerchio, dopo che all'udienza scorsa avevano preso la parola i sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti.

In sintesi i magistrati dell'accusa hanno chiesto globalmente 26 conferme della sentenza di primo grado, 62 riforme, 2 dichiarazioni di prescrizione, 5 pene concordate. In tutto sono alla sbarra in appello 95 imputati.

I numeri del processo d’appello. La sezione penale di secondo grado è presieduta dal giudice Francesco Tripodi e composta anche dai colleghi Antonino Giacobello e Daria Orlando. Sul fronte dell’accusa ci sono il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo e, in applicazione, i sostituti della Distrettuale antimafia Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti. Gli imputati in secondo grado sono complessivamente 95, di cui 9 in carcere (alcuni di loro sono al “41 bis”, saranno tutti collegati in videoconferenza) e 10 agli arresti domiciliari. Per il resto in 77 hanno seguito il maxi procedimento a piede libero.

I punti contestati in appello dalla Procura di Messina della sentenza di primo grado, nell’atto d’appello, sono 53. Riguardano sostanzialmente il lungo elenco di assoluzioni parziali, le dieci totali, e poi le revoche di alcune confische. C’era anche la richiesta di riapertura del dibattimento per sentire in aula il neo collaboratore di giustizia, il barcellonese Salvatore Micale “Calcaterra”, ma la corte l'ha rigettata.

Il primo punto dell’atto d’appello è ritenuto fondamentale dai pm: il tribunale di Patti non ha considerato il gruppo dei Faranda, capeggiato da Aurelio Salvatore, come un’associazione mafiosa organica al gruppo dei Bontempo Scavo, ma come una associazione a delinquere semplice; secondo la Dda ci sono invece le prove, e le evidenze del dibattimento lo hanno confermato, che il gruppo dei Faranda dovrebbe essere considerato un’associazione mafiosa a tutti gli effetti, per la cosiddetta “unitarietà” della mafia in un determinato territorio.

Il maxiprocesso Nebrodi ha al centro le truffe agricole della mafia dei pascoli, i clan dei gruppi tortoriciani, i Batanesi e i Bontempo Scavo. È un procedimento storico la cui sentenza di primo grado si è registrata il 31 ottobre 2022: 600 anni di carcere e oltre 4 milioni di confische, decisi dai giudici del Tribunale di Patti, presieduto dal giudice Ugo Scavuzzo con accanto i colleghi Andrea La Spada ed Eleonora Vona, con 91 condanne e 10 assoluzioni. Il procedimento fu avviato nel marzo del 2021.

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