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Messina, la Metromare con i soldi del Ponte sullo Stretto: 5 approdi tra Torre Faro e Tremestieri

C’è il progetto e vale 18 milioni. Sarebbero realizzate stazioni sul mare anche a Guardia, molo Rizzo e Santa Cecilia

E se fosse il cantiere del Ponte a realizzare la Metropolitana del mare? È più di una semplice ipotesi quella emersa in queste settimane di primi contatti fra Palazzo Zanca e la Stretto di Messina.
La realizzazione di una linea di collegamento fra Torre Faro e Tremestieri che non sia passi né dall’autostrada né dalla viabilità interna potrebbe essere una di quelle opere complementari e ad un tempo compensative legate al progetto del collegamento stabile sullo Stretto. Complementare perché utile per tutta la fase di cantierizzazione, compensative perché resterebbe in “dotazione” alla città anche dopo la fine dei lunghi lavori.
La proposta, fatta direttamente all’amministratore delegato della Stretto Pietro Ciucci, è partita dal sindaco Basile e dall’assessore alla mobilità Mondello, trovando interesse e disponibilità che ora si devono tradurre in atti concreti. L’utilità di chi dovesse costruire il Ponte nell’avere cinque “stazioni marittime” è legato alla logistica e alla possibilità di spostare merci e persone, compresi i lavoratori, su un mezzo che non avrà problemi di traffico o ritardi sulla tabella di marcia come potrebbe essere qualunque altro si muova su gomma.
« E per Messina, la metromare – dice il vicesindaco Salvatore Mondello – rappresenterebbe un’opera di mitigazione del traffico che il cantiere potrebbe portare in città». Un discorso aperto anche con il coordinatore del tavolo tecnico per la mobilità sullo Stretto, Nunzio Martello che ha un canale privilegiato per la comunicazione con il Ministero dei trasporti che, comunque, dovrà essere chiamato in causa per autorizzazioni e gestione del servizio.
Gli approdi sarebbero usati in maniera promiscua dalla mobilità civile e da quella di cantiere creando un’alternativa credibile, anche se non troppo capillare con quelle 5 sole stazioni, agli altri, pochi, assi longitudinali.
Anche il tale ottica del coinvolgimento della Stretto di Messina nella realizzazione dell’infrastruttura, è arrivata nell’ultima seduta della Giunta l’approvazione del progetto realizzato dalla Dinamica srl di Messina e che è stato presentato in consiglio comunale lo scorso fine gennaio. Si è chiuso quindi il percorso di progettazione arrivato ad una approfondita fattibilità tecnico economica che potrebbe, con il nuovo codice degli appalti, direttamente all’avvio della gara d’appalto. Ma se invece l’opera dovesse essere realizzata nell’ambito della progettualità del Ponte, in quanto parte integrante della logistica di cantiere, a quel punto non servirebbe nemmeno una procedura pubblica con un evidente risparmio di tempi.
«Ne abbiamo già parlato con la Stretto di Messina – ribadisce l’assessore Mondello – trovando una apertura assoluta. Dopo l’approvazione della progettazione anche in Giunta, possiamo passare ad una fase più concreta. E ne parleremo anche al tavolo della nostra commissione permanente».
Il riferimento è alle riunioni programmate nelle prossime due settimane con i portatori di interesse e i professionisti cittadini su due argomenti caldi come le procedure di esproprio e la pianificazione e la programmazione. La prima in calendario mercoledì o giovedì prossimo, la seconda nella settima successiva. In entrambi i casi saranno presenti i tecnici della Stretto di Messina che potranno ascoltare la proposta di realizzazione della metromare e magari dare una prima valutazione.
Sia nel caso di realizzazione (opera da oltre 18 milioni di euro, 12 dei quali per i lavori) da parte della governance tecnica del Ponte, sia se fosse Palazzo Zanca a doversene fare carico, resterebbe il tema della gestione del servizio per la mobilità civile. Una delle ipotesi sul tavolo sarebbe quello del coinvolgimento dell’Atm che, così, avrebbe modo di allargare il ventaglio della propria offerta in un campo assolutamente inedito.

Cinque stazioni

Ma cosa è nel dettaglio la Metropolitana del mare? Intanto diciamo che non è un’idea recente, ma prende le mosse dal Piano della mobilità urbana del 2006, quello che resterà vigente ancora per qualche settimana in attesa che il nuovo Pums possa essere approvato anche dal Consiglio, dopo i nulla osta regionale e quello in itinere delle Circoscrizioni. Rispetto all’idea originaria molte cose sono cambiate. Nel progetto di fattibilità tecnico economica redatto dopo un anno di analisi e una “variante” dalla Dinamica Srl il numero di fermate del servizio passerebbe da otto a cinque.
Sarebbero quelle di Torre Faro, Guardia, Molo Rizzo, Santa Cecilia e Tremestieri. «Una riduzione – spiegò a fine gennaio scorso alla sesta commissione l’ingegnere Daniele Ferlazzo della Dinamica – che nasce dalla verifica del contesto delle varie location e dalla considerazione sui tempi di percorrenza che sarebbero fuori mercato».
Nello studio è stata stimata in 80 minuti la corsa fra i due capilinea comprese tutte le fermate intermedie. Ma un collegamento diretto fra Torre Faro e Tremestieri durerebbe solo 25/30 minuti e quando tutto il traffico per il continente si sposterà nel nuovo porto a sud, questa potrebbe essere una buona opzione per raggiungere rapidamente l’approdo che sostituirà rada S. Francesco.
«Altre stazioni possono essere aggiunte – specificò in quella relazione ai consiglieri Ferlazzo –, per esempio quella di Gazzi, se il contesto fosse reso compatibile». Fermata che coinciderebbe con la nuova stazione ferroviaria del progetto del Ponte, quindi con una valenza strategica evidente.
A percorrere la tratta lungo costa potrebbero essere imbarcazioni da circa 200 posti per garantire la sostenibilità economica, oppure mezzi più piccoli con minor impatto sui costi del personale.
Il servizio di navigazione pubblica potrebbe anche diventare un’occasione per realizzare escursioni per turisti o croceristi che vogliono scoprire la città, i luoghi del mito di Scilla e Cariddi e del Ponte.
I costi certi sono quelli della realizzazione dei 5 approdi con strutture “trasparenti” e leggere: 18 milioni, ma 12 per i lavori veri e propri. Approdi che possono servire al cantiere, specie quelli a nord, e alla città. E non solo. Nelle scorse settimane la possibilità di rendere circolare la Metromare è stata condivisa anche dal sindaco di Reggio Calabria Falcomatà con la possibilità di realizzare una spola con più punti della costa calabra.

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