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Tac guasta a Milazzo, torna utile... mezzo Cutroni Zodda. Spola di pazienti portati in ambulanza per un esame urgente

Un’altra emergenza, vissuta da giovedì scorso a ieri mattina, ha riacceso i fari sul bisogno di rilancio del presidio barcellonese

Ancora una volta, anche se sensibilmente ridimensionato nelle sue funzioni e privo del Pronto soccorso, il Presidio ospedaliero di Barcellona – in condizioni difficili – è stato chiamato a supportare l'ospedale di Milazzo. Infatti da giovedì della scorsa settimana, e fino alla mattinata di ieri, l'apparecchiatura Tac, che consente diagnosi accurate in dotazione nel nosocomio mamertino, è rimasta guasta e in attesa della riparazione, avvenuta ieri. Dalla giornata di giovedì santo i pazienti inviati dal “Fogliani” di Milazzo al “Cutroni Zodda” di Barcellona, sia nei giorni festivi che anche nelle ore notturne, per essere sottoposti all'esame della Tac in urgenza, hanno fatto la spola tra i due ospedali. Ciò è avvenuto nonostante il Presidio ospedaliero di base di Barcellona sia stato privato dai tempi della pandemia dell'area di “emergenza urgenza”.
Come se non bastasse, con un ospedale privato del Pronto soccorso e senza servizi destinati ad affrontare le emergenze urgenze si pretendeva – per disposizioni impartite dal direttore sanitario dell'ospedale di Milazzo – addirittura la presenza dell'anestesista per la sedazione o per esame, con mezzi di contrasto. E ciò, pur essendo a conoscenza del fatto che nei turni di notte e nei festivi è reperibile – quindi non una guardia attiva in presenza in ospedale – solamente un singolo anestesista per ogni turno che interviene perché reperibile nei termini fissati. Sulle pretese avanzate dalla Direzione sanitaria di Milazzo, da parte degli anestesisti sono sorti forti contrasti con la direzione sanitaria di Milazzo.
A quanto pare ieri dopo una riunione sarebbe stato deciso di predisporre una lettera di protesta firmata dagli anestesisti e dai radiologi di Barcellona che, durante tutto il periodo della Pasqua, hanno prestato la loro opera in condizioni difficili e senza nessuna garanzia di sicurezza per il lavoro da loro prestato in favore dei pazienti che, a loro volta, sono stati trasferiti, anche, a quanto pare senza la presenza di medici a bordo, su ambulanze che facevano la spola tra gli ospedali di Barcellona e Milazzo.

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