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Terreni agricoli e abitazioni: come si calcolano gli indennizzi. “Invece del Ponte” all’attacco

L'accordo tra la Stretto, Eurolink, i Comuni e le associazioni di categoria aggiornato dopo il 2011: cosa prevede

Un rendering del Ponte sullo Stretto."Per me è una grande soddisfazione, vi ringrazio". Con queste parole il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha aperto la riunione al Mit sull'aggiornamento del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Al ministero si è svolto l'incontro istituzionale per presentare la relazione del progettista sull'aggiornamento del progetto definitivo del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia.ANSA/US MIT+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++

Già nel 2011 la Stretto di Messina, Eurolink, i Comuni di Messina e Villa San Giovanni e le associazioni di categoria (Coldiretti, Unione Piccoli Proprietari Immobiliari e Associazione Sindacale Piccola Proprietà Immobiliare) avevano sottoscritto un accordo specifico sulle procedure da adottare per determinare le indennità di espropriazione legate al Ponte ed evitare, soprattutto, i contenziosi. L'accordo è stato aggiornato e verrà siglato nuovamente dagli stessi soggetti. Ripercorrerne i passaggi principali, oggi, diventa estremamente attuale.

Aree agricole

Per i terreni agricoli l'indennità viene determinata «in relazione al valore agricolo, tenendo conto delle colture effettivamente praticate sul fondo al momento della redazione dello stato di consistenza ed alla superficie occupata». Al coltivatore diretto e all'imprenditore agricolo professionale «spetta un’indennità aggiuntiva in misura pari al valore agricolo medio delle colture effettivamente praticate sul fondo». Inoltre «sarà aggiunto all’indennità, senza alcuna maggiorazione, il valore dei manufatti legalmente realizzati sulle aree espropriate» e un indennizzo spetterà anche al «fittavolo, mezzadro o compartecipante, che per effetto della procedura espropriativa o della cessione volontaria sia costretto ad abbandonare in tutto o in parte l’area direttamente coltivata da almeno un anno prima della data in cui vi è stata la dichiarazione di pubblica utilità».

Abitazioni

Si tratta di uno dei casi più diffusi. Per i fabbricati «destinati a residenza – si legge - sarà corrisposta un'indennità pari al valore venale dell'immobile; sarà a carico del soggetto espropriante l'onere per la cessione dell'immobile interessato dall’espropriazione». L'obiettivo sarà «favorire un proficuo rapporto di collaborazione tra l'espropriante e l'espropriando» o comunque «con il legittimo detentore dell’immobile, ispirato a criteri di equità e trasparenza», per «favorire la tempestiva liberazione degli immobili in relazione all’esigenza realizzativa dell’Opera». Da qui, in aggiunta al valore di mercato, «la corresponsione, a favore del proprietario o dell'affittuario, che comprovi il titolo con un contratto di affitto regolarmente registrato da almeno un anno dalla data della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’avvenuta approvazione ai fini della dichiarazione di pubblica utilità, di un contributo mediamente pari a 20.000 euro». Ma «gli aventi diritto dovranno comunque dimostrare la residenza nell’immobile da almeno 12 mesi dalla suddetta data, in caso contrario tale contributo sarà ridotto a 5.000 euro». Nel caso in cui si tratti di fabbricati rurali ad uso abitativo occupati dal proprietario o dal coltivatore, oppure ancora di manufatti legati all'attività agricola (stalle, fienili, magazzini, capannoni, etc.), «in alternativa al valore venale, sarà garantita un'indennità di cessione che consenta la ricostruzione di un immobile, anche con caratteristiche funzionali simili, purché sia destinato ad eguale finalità e potenzialità».

I pagamenti

Una volta trovato l’accordo, le modalità previste sono queste: pagamento dell'80% dell'indennità concordata alla stipula del preliminare di cessione o alla sottoscrizione del verbale di accordo, con la contestuale immissione in possesso; in alternativa, qualora venga procrastinata l'immissione in possesso, il pagamento del 30% dell'indennità concordata subito e dell'ulteriore acconto del 50% all’effettivo passaggio dell’immobile; il saldo viene pagato dopo la redazione del tipo di frazionamento ed entro 60 giorni dall'approvazione.

“Invece del Ponte” all’attacco

«Uno sportello informativo, aperto un paio d’ore al giorno per tre giorni la settimana, con un appuntamento da concordare telefonando a Roma, è il massimo che Ciucci concede alle famiglie che temono per il loro futuro. Sportello che sarà aperto in una struttura comunale, messa a disposizione (gratuitamente?) dall’Amministrazione messinese che invece di tutelare i cittadini si mette al servizio di una società privata: non può funzionare così, avete fatto male i vostri conti». A scriverlo è un «settantenne espropriando di Torre Faro», secondo quanto riportato in una nota a firma del Comitato “Invece del Ponte”.

Va fatta una precisazione: la “Stretto di Messina” è una società dello Stato italiano e non privata. In ogni caso, il Comitato va all’attacco e annuncia per domani una conferenza stampa: «La strategia comunicativa della “Stretto di Messina” aggiunge così un’altra perla alla propaganda, cercando di convincere i meno attenti che ormai il dado è tratto e non si potrà più tornare indietro. La “pubblicazione di un avviso” è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa. La verità è che non c’è nessun progetto approvato, che arriveranno invece in tempo utile montagne di osservazioni e che partiranno innumerevoli ricorsi».

 

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