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Messina, da Ganzirri a Contesse: così si partirà dopo il sì del Cipess al Ponte sullo Stretto

Cosa si intende per «avvio dei cantieri»: una serie di interventi per i quali non sarà necessario attendere il progetto esecutivo

Ponte sullo Stretto

Una certa diffidenza accompagna, sistematicamente, lo slancio con cui tanto la Stretto di Messina quanto il ministro Matteo Salvini affermano che i primi cantieri del Ponte saranno aperti nei prossimi mesi. Senza un progetto esecutivo già approvato e con una serie di procedure ancora in corso, osservano i più scettici, come potrà essere possibile? Tutto, però, potrebbe ruotare attorno ad un equivoco di fondo: quando si parla di apertura dei cantieri del Ponte, nell’immaginario comune si profilano i primi sbancamenti, gallerie, tonnellate d’acciaio e colate di cemento, con grosse gru e via vai di camion lungo la città. Ma non sarà questa la primissima fase.
Tra i compiti affidati ad Eurolink già al momento dell’entrata in vigore della legge che ha riportato in vita l’affaire Ponte, infatti, oltre alla redazione dell’aggiornamento del progetto definitivo, c’era anche la predisposizione del cosiddetto Programma anticipato di opere e servizi. E cioè di quelle attività – comprese quelle propedeutiche alla cantierizzazione – che possono essere svolte già all’indomani dell’approvazione del progetto da parte del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), ipotizzata per fine giugno.
Tecnicamente si chiamano “Prestazioni anticipate”, e cioè, si legge nel documento redatto da Eurolink, «tutte quelle attività da eseguirsi in campo che possono essere avviate immediatamente a valle della determinazione conclusiva del Cipess approvata con voto favorevole, senza richiedere l’approvazione del progetto esecutivo». Passaggio, quest’ultimo, cruciale.

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