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Dalle canzoni neomelodiche all'hashish nel carcere di Barcellona: la Procura chiede la reclusione per le "staffette" di dottoressa e infermiera

Entrambe hanno risposto al Gip fornendo differenti versioni. Tra gli oggetti sequestrati un set di chiavette ottagonali e pen drive con musica neomelodica

Chiesta dal pubblico ministero Emanuela Scali della Procura di Barcellona, diretta dal procuratore Giuseppe Verzera, la custodia cautelare in carcere per la dottoressa Antonella Campagna, 41 anni di Messina e per l'infermiera Maria Rosa Genovese, 63 anni di Barcellona, entrambe accusate in concorso tra loro, per avere introdotto illegalmente nella Casa circondariale droga, telefoni cellulari ed attrezzature tecnologiche.

Si tratta di tre panetti di hashish, di telefonini di varie tipologie, caricabatterie, power-bank, cavi per telefoni e numerose sim per apparecchi di diversi operatori telefonici, e perfino un set completo di chiavette ottagonali di diverse dimensioni utilizzate per aprire placchette degli impianti elettrici affisse da viti alle pareti delle celle. Sequestrata anche una pen drive usb con all'interno file musicali neomelodici.
Tutto materiale rinvenuto nella disponibilità delle due persone indagate che lo avevano riposto all'interno dei rispettivi armadietti personali collocati nella portineria del carcere. Nel primo pomeriggio di ieri le due donne, arrestate poche ore dopo la mezzanotte di mercoledì scorso, sono state scortate dalle rispettive abitazioni nelle quali erano state confinate per essere interrogate nell'udienza di convalida dell'arresto dal presidente Giovanni De Marco in funzione di giudice delle indagini preliminari.

Entrambe le indagate hanno risposto alle domande fornendo differenti versioni. L'infermiera di Barcellona Maria Rosa Genovese, difesa dagli avvocati Giuseppe Ciminata e Pinuccio Calabrò, ha dichiarato di essere stata minacciata da due misteriosi individui dei quali non ha saputo dare indicazioni sulla loro identità, affinché introducesse all'interno del Carcere buona parte delle merci rinvenute all'interno degli armadietti della portineria. Altra spiegazione di avrebbe fornito la dottoressa Antonella Campagna, difesa dall'avvocato Massimo Rizzo. Il Giudice delle indagini preliminari si è riservato ogni decisione e fino a tarda sera e il provvedimento con il quale dovrà essere stabilita la formula della custodia cautelare non è stato depositato e notificato.

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