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Cellulari e droga nel carcere di Barcellona: arrestate infermiera e dottoressa di Messina

Avrebbero facilitato l’introduzione di droga e di numerosi telefonini finiti ai detenuti barcellonesi che si trovano rinchiusi nel V Reparto

Carcere di Barcellona Pozzo di Gotto

Una medica di Messina, la dottoressa Antonella Campagna, ribattezzata dai detenuti come “la zia” e una infermiera di Barcellona, Maria Rosa Genovese, sono state entrambe arrestate in flagranza di reato dalla polizia penitenziaria, all’interno della casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, perché secondo una prima ipotesi di accusa, avrebbero facilitato l’introduzione nello stesso istituto penitenziario di consistenti partite di sostanze stupefacenti e di numerosi telefonini corredati da accessori, per poi essere veicolati a beneficio dei detenuti internati, in particolare barcellonesi che si trovano rinchiusi nel V Reparto.
Per le indagate, la Procura di Barcellona diretta da Giuseppe Verzera ha disposto gli arresti domiciliari, a Messina per la dottoressa Antonella Campagna, ritenuta colei che avrebbe facilitato l’introduzione di telefonini e nella sua casa di Barcellona per Maria Rosa Genovese, quest’ultima sospettata di essere colei che si occupava di far veicolare le sostanze stupefacenti. Sembrerebbe persino che le due si sarebbero accusate a vicenda davanti agli investigatori che hanno scoperto le partite di sostanza stupefacente e gli smartphone.
Gli arresti sono avvenuti poco dopo la mezzanotte di martedì scorso, quando le due operatrici sanitarie, dopo essersi sottoposte alla procedura di accesso, si sono poi recate nei rispettivi ambulatori e nell’infermeria, per garantire la presenza del turno di guardia medica notturna che doveva terminare alle 6 di ieri mattino. A questo punto, sono infatti scattate le perquisizioni negli armadietti degli ambulatori e dell’infermeria, in quanto già nella zona della portineria, dove vengono riposti oggetti e materiali che non possono essere introdotti all’interno del carcere, il personale di polizia penitenziaria che sovrintende al servizio di vigilanza degli accessi si era insospettito, in quanto la dottoressa che indossava un piumino avrebbe improvvisamente rinunciato a portarlo con sé, decidendo di riporlo negli appositi armadietti della stessa portineria.

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