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Maurizio Croce, un uomo per tutte le stagioni: da dirigente regionale a consigliere comunale “fantasma" a Messina

«Un tecnico prestato alla politica». Maurizio Croce si è sempre definito così, soprattutto nella campagna elettorale nella quale ha provato a diventare sindaco di Messina, sfidando (e perdendo) sul suo terreno Cateno De Luca, il cui delfino Federico Basile ha finito per fare meglio persino del suo predecessore, battendo Croce al primo turno. Che Croce, laureato in chimica, sia un tecnico è indubbio, così come è indubbio che abbia prestato – ricompensato – più volte la propria opera alla politica. A pressoché tutta la politica.
Ha lavorato a braccetto con quasi tutti gli ultimi presidenti di Regione: è stato prima consulente e poi dirigente con Raffaele Lombardo (quando quest’ultimo era anche commissario per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque in Sicilia); quindi soggetto attuatore per il piano rifiuti, prima, per gli interventi contro il rischio idrogeologico, poi, e infine assessore al Territorio e all’Ambiente con l’unico governatore di centrosinistra di questo millennio, Rosario Crocetta; e ancora soggetto attuatore, sempre per il dissesto idrogeologico, con Nello Musumeci e con Renato Schifani. Dal 2005 è dipendente (in aspettativa) di un’azienda pubblica, Invitalia. Ma il suo curriculum è costellato da incarichi pubblici e consulenze, dai primi passi in Ato3 e Atm a Messina (ai tempi era stato impiegato ai cantieri Smeb della città dello Stretto) al ruolo di esperto sul ciclo dei rifiuti per la Sicilia.
Sempre in prima linea, un uomo per tutte le stagioni e per tutte le correnti. Forse anche per questo il suo nome, nella primavera 2022, finisce per spaccare il tavolo delle trattative del centrodestra, dove a sponsorizzarlo come candidato sindaco è soprattutto il tandem formato da Beppe Picciolo (Sicilia Futura, oggi Forza Italia) e Luigi Genovese (Ora Sicilia, oggi Autonomisti di Lombardo), il figlio dell’ex ras delle tessere (e della formazione professionale) del Pd, poi passato al centrodestra pure lui, Francantonio. Il nome di Croce porta la Lega di Nino Germanà a lasciare la coalizione e a sostenere il candidato di Cateno De Luca, Basile – un “amore” durato ben poco, in realtà –, mentre Fratelli d’Italia, dopo alcuni tentennamenti, alla fine dice sì, con tanto di comizio in piazza al fianco della futura premier Giorgia Meloni.

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