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Messina, una nuova stagione all’Università: dopo gli scontri, la pacificazione

Col passare delle settimane quella che era solo una sensazione diventa sempre più un dato di fatto: all’Università di Messina è iniziata l’era della grande pacificazione. Una nuova stagione che passa da segnali di distensione e passi concreti di avvicinamento tra due blocchi che, fino a pochi mesi fa, erano fortemente contrapposti, e non solo per la competizione elettorale che ha portato Giovanna Spatari a indossare l’ermellino più “scomodo”: quello del dopo Cuzzocrea.
Proprio l’ex rettore era l’emblema di uno di quei due blocchi, l’altro aveva in Pietro Navarra, ex rettore pure lui, il portabandiera. Un muro contro muro che si è trascinato per buona parte dello scorso mandato, finendo per caratterizzare anche buona parte della campagna elettorale stessa. Fin dall’insediamento, però, la nuova rettrice ha voluto instaurare un nuovo modus operandi, un approccio più rivolto al dialogo e, soprattutto, al superamento di quella contrapposizione, considerata la necessità – per molti l’urgenza – di mettersi alle spalle l’ennesima stagione di veleni nata attorno alla bufera che aveva investito Salvatore Cuzzocrea, portandolo alle dimissioni.
Vanno lette in quest’ottica le reiterate dichiarazioni della rettrice Spatari sul nuovo senso dato al ruolo dei prorettori: una squadra “fluida”, non statica, che lavorerà in team specifici su tematiche altrettanto specifiche. Tradotto: nulla è definitivo, ma soprattutto ci sarà spazio per tutti (o quasi) in questa governance. Al piano strategico 2024-2026, uno dei primi atti chiave approvati dall’amministrazione Spatari, ha lavorato, ad esempio, una commissione “allargata”: i prorettori più altri docenti. E questo sarà il leit motiv di questo sessennio, nei piani della rettrice, che infatti non sembra avere alcuna fretta per la nomina dei delegati (probabilmente arriverà a ridosso di Pasqua, forse subito dopo).

Non c’è una logica del “Cencelli” tipico della politica, o almeno è questo il messaggio che si vuol lanciare, anche per superare le iniziali perplessità con le quali parte dell’Ateneo (quella che non aveva votato Spatari alle elezioni) aveva accolto le scelte fatte al momento delle prime nomine dei prorettori. Alcune figure giocano un ruolo importante, in questa strategia del dialogo, tra queste Antonio Saitta, che fa parte della squadra fin dalla campagna elettorale e che fu prorettore di Navarra. C’è il suo zampino, ad esempio, nella prolusione del presidente emerito della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri, all’inaugurazione dell’anno accademico.
Segnali, così come un segnale è stata la presenza, all’inaugurazione stessa, proprio di Pietro Navarra. Così come un segnale, decisamente forte, è stato lo stop alle ratifiche, deliberate dal dipartimento di Chibiofaram, dei decreti di spesa del 2023 relativi a progetti di ricerca di cui era responsabile Cuzzocrea. Proprio quest’ultimo passaggio, con la sospensione dei decreti voluto dalla rettrice, è stato colto da buona parte della comunità accademica come un messaggio chiaro e significativo.
Ci sono stati altri banchi di prova, come le candidature uniche ai posti vacanti in Cda e Senato accademico (con sole due eccezioni, che rappresentano casi a sé). E altri sono attesi nei prossimi mesi, quando alle urne si tornerà – tra giugno e luglio – per eleggere i nuovi direttori di dipartimento. In tre casi – Ingegneria, Chibiofaram e Dicam – è pressoché scontata la riconferma dei direttori appena eletti: Cascone, Spanò e Ucciardello in sostituzione, rispettivamente, del compianto prof. Guglielmino e dei dimissionari Campagna (dopo il caso Cuzzocrea) e Giordano (nominato prorettore vicario).
Per tutti gli altri dipartimenti la partita è aperta, di nomi ne circolano ancora pochi e tra questi, per Scienze politiche, c’è quello del prof. Luigi Chiara: dopo la rottura con Cuzzocrea e i dissidi con l’ex vicario Giovanni Moschella (che hanno portato, in occasione dell’intesa tra primo e secondo turno elettorale, all’esclusione di Chiara dalla squadra di governo d’Ateneo), l’ex prorettore rimane vicino alla rettrice Spatari, della cui candidatura, peraltro, è stato principale sponsor, diversi mesi fa. L’obiettivo, proprio per confermare la linea della pacificazione, è quello di arrivare a candidature uniche e condivise in tutti i dipartimenti. Un approccio che dovrebbe essere garantito anche in altri due passaggi chiave: le nomine dei nuovi vertici della Ssd Unime e di Unilav.

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