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Messina, da un edificio fatiscente alla Casa Museo di Antonello: il sogno prende corpo

Uno dei progetti qualificanti delle politiche turistico-culturali della Giunta Basile è legato al brand “Messina-Città di Antonello”

Dal gennaio 2023 al marzo 2024. Da una delibera a un’altra. E il sogno della nuova “Casa Museo di Antonello” va prendendo sempre più corpo.

All’inizio dell’anno scorso, la Giunta Basile approvò la proposta, presentata dal sindaco e dall’assessore alla Cultura Enzo Caruso, di inserire tra i progetti di opere pubbliche (Fondi Pon Metro Plus 21-27) la realizzazione del “Museo Antonelliano-Casa Museo Antonello”. Un Museo virtuale e interattivo, con tecnologie “Ict” (le più innovative nel mondo della comunicazione), processi avanzati della realtà aumentata (sala immersiva) e un percorso che ripercorre tutte le tappe principali di uno dei più grandi artisti del XV secolo in Europa.

Già nel 2021 – con un’altra delibera di indirizzo, proposta dall’allora sindaco Cateno De Luca, dalla vicesindaca Carlotta Previti e da Enzo Caruso – era stato individuato anche il luogo dove ubicare la Casa Museo: via Monsignor Bruno, alle spalle del PalAntonello. Lì sorge un edificio, l’ex Ismig, ridotto in condizioni fatiscenti. Si tratta, dunque, anche di un’operazione di rigenerazione urbana, di quelle che servono a qualificare un’area dall’importante significato storico per Messina (era, infatti, l’antico quartiere dei Sicofanti, dove il pittore messinese visse e lavorò).

Adesso si attende che la nuova delibera passi in Giunta e che il progetto, al quale sta lavorando in qualità non solo di progettista ma anche di responsabile unico del procedimento l’architetto Carmelo Celona, segua il suo iter, ottenendo tutte le autorizzazioni del caso, prima fra tutte quella della Soprintendenza ai Beni culturali che ovviamente svolgerà un ruolo prezioso, insieme con il Comune.
L’architetto Celona aveva già illustrato, seppur a larghe linee, il progetto durante le “giornate antonelliane” dello scorso mese di dicembre. E l’assessore Caruso, in quell’occasione, ma anche durante l’audizione davanti alla VI Commissione consiliare, aveva ribadito le strategie complessive dell’Amministrazione comunale, in attuazione di uno dei punti fondanti del programma elettorale di Federico Basile: associare il “brand Antonello” con quello più complessivo della città di Messina, così da farne un prezioso strumento di marketing turistico-culturale. Ci sono alle spalle studi, ricerche di mercato, sondaggi tra gli stessi croceristi che sbarcano a Messina e si può prevedere, con fondata certezza, che la Casa Museo di Antonello, ben presto, diventerà un potente richiamo turistico, valorizzando ancor di più la presenza delle opere antonelliane custodite al Museo regionale. Come ha spiegato Caruso nell’incontro con i consiglieri comunali, l’obiettivo è «diramare percorsi cittadini che mettano in rete luoghi significativi legati ad Antonello e riprodotti nei suoi capolavori: il Museo regionale, la Tomba di Antonello a Ritiro, la chiesa di San Francesco all’Immacolata, il porto, le colline di Camaro con la Foresta vecchia, il monastero di Montevergine».

Il palazzo ex Ismig andrà demolito, viste le gravi carenze strutturali, così come avvenuto per gli immobili della cortina del porto, gli ex Magazzini Generali e Mercato Ittico (fra poco anche i Silos granai), rasi al suolo per realizzare la nuova sede dell’I-Hub dello Stretto. Il progetto, che ha già ricevuto un finanziamento di oltre 600mila euro, dovrebbe costare meno di 3 milioni di euro. «Noi crediamo che come attrattore turistico porterà grandi benefici alla nostra città», ribadisce Caruso, che ringrazia i sindaci con cui ha lavorato, De Luca, e ora Basile, per averlo sostenuto in questa idea. E d’altra parte, proprio Basile, in occasione delle celebrazioni dei 70 anni della grande mostra su Antonello (quella del 1953), aveva sottolineato la volontà di «consolidare il brand “Messina-Città di Antonello”, in vista della realizzazione della Casa Museo. Un Museo multimediale e digitale, che si avvarrà delle più alte tecnologie per esaminare l’arte di Antonello e i luoghi dove ha vissuto nel corso della sua permanenza a Messina».

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