C’è una visione strategica comune, ma anche una somiglianza di luoghi e di procedure. Lo avevamo scritto già nei giorni scorsi: all’alba del 2024 sono entrati nel vivo i lavori propedeutici alla realizzazione del più grande tunnel sottomarino, lungo 18 km, che unirà la Danimarca e la Germania. Si chiama “Fehmarnbelt” e, dopo 10 anni di progettazione, la costruzione è iniziata nel 2020 sul lato danese e nel 2021 sul lato tedesco. Ci sono stati intoppi lungo il cammino, ritardi sulla tabella di marcia, ma ora i cantieri lavorano a pieno ritmo e il completamento è previsto per il 2029.
Cosa c’entra con Messina e con lo Stretto? Presto detto. Il “Fehmarnbelt” collegherà Rodbyhavn, sull’isola danese di Lolland e Puttgarden, località della Germania del Nord. Come detto, il tunnel ferroviario e stradale più lungo al mondo è composto da due autostrade a doppia corsia e due binari elettrificati. La parte sottomarina verrà realizzata immergendo sezioni prefabbricate e scenderà fino a 40 metri sotto il Mar Baltico. La tipologia dell’infrastruttura è diversa da quella prevista nello Stretto – il Ponte a campata unica, visto che l’ipotesi Tunnel è stata definitivamente scartata – ma ci sono due cose in comune. La prima: “Fehmarnbelt” e Ponte sono entrambe considerate opere strategiche dello “Scan-Med”, il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle Reti di trasporto Ten-T. La seconda: il Tunnel costerà complessivamente 10 miliardi di euro (il “sistema Ponte” poco più di 12) ma è stato deliberato il co-finanziamento dell’Unione europea che darà un contributo di 1,1 miliardi di euro per la costruzione dell’opera. Lo stesso dovrebbe avvenire per il Ponte, una volta che sarà approvato il progetto esecutivo dal Cipess e gli atti verranno trasmessi a Bruxelles.
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