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Messina, Forza Italia difende Croce. Il Pd: «Qual è il suo ruolo?»

Scendono in campo i partiti, nel caso Maurizio Croce. Un botta e risposta che vede protagonisti da un lato il partito nel quale Croce si è accasato l’estate scorsa, dopo essere stato il candidato sindaco dell’intero centrodestra, e cioè Forza Italia; e dall’altro il partito che rivendica il posto che oggi Croce occupa (di fatto solo virtualmente) in consiglio comunale, il Pd di cui fa parte quell’Alessandro Russo rimasto fuori dall’Aula per via di una legge che assegna quel posto al più votato tra i candidati sindaco perdenti. In realtà dietro la porta ci sarebbe anche Sebastiano Tamà, primo dei non eletti proprio di Forza Italia, per una partita che, qualora davvero Croce dovesse lasciare (di sua sponte o “costretto”) Palazzo Zanca, si trasferirebbe, con ogni probabilità, in altri ambiti.

La “difesa” di Forza Italia

Finora la questione Croce – e cioè la presunta incompatibilità-ineleggibilità per il suo ruolo di soggetto attuatore dell’ufficio commissariale contro il dissesto idrogeologico – non aveva trovato grandi sponde fuori da Palazzo Zanca. Ora, però, per la prima volta interviene Forza Italia, con il coordinatore cittadino Antonio Barbera (che in campagna elettorale era stato assessore designato di Croce). Un passaggio probabilmente obbligato, visto che in ballo c’è anche una delibera, approvata due settimane fa, che ha avviato l’iter pe la possibile decadenza (prossima tappa, fra qualche giorno). Barbera fa una premessa, ricordando «quanto il consiglio comunale rappresenti il senso più profondo dell’espressione democratica di una città e che i suoi rappresentanti sono il risultato libero dell’elettorato attivo».

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