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Gestione di Portorosa, i proprietari di barche parti civili al processo

Al vaglio la riformulazione delle contestazioni con altre ben più gravi

a giudice monocratica del Tribunale di Barcellona Maria Abate, nell’udienza predibattimentale, ha rigettato la richiesta preliminare avanzata dalla difesa dei due imputati che chiedevano l’esclusione dei 13 diportisti – che si ritengono danneggiati – dalla possibilità per gli stessi di costituirsi parte civile nel procedimento penale avviato a seguito della citazione a giudizio avanzata dai sostituti procuratori Emanuela Scali e Carlo Bray nei confronti del legale rappresentante della società consortile “Portorosa Marina Yachting scarl” che gestisce dal 2020 il bacino portuale della rinomata struttura turistica e dell’amministratore delegato della stessa società.
La giudice Abate ha infatti ammesso le stesse parti civili che si sono costituite, con il patrocinio degli avvocati Francesco Aurelio Chillemi, Michele Minissale, Diego Busacca, Marcello Siracusano e Giuliano Saitta, respingendo così le eccezioni preliminari formulate dalla difesa degli imputati. Gli stessi difensori delle parti civili hanno poi chiesto alla giudicante la rimessione degli atti del procedimento penale all’ufficio di Procura, affinché il pubblico ministero incaricato ne valuti la riformulazione delle ipotesi di reato contestate agli imputati. La difesa delle parti civili ritiene preliminarmente che la condotta posta in essere dai due imputati integrerebbe anche altre e più gravi ipotesi di reato. Allo stato attuale, infatti, alle due persone citate in giudizio, la presidente del Cda della “Portorosa Marina Yachting società consortile arl”, Marie Chretiennot Pascale, 62 anni, originaria di Lione ma residente a Messina, e l’amministratore delegato della stessa società, Francesco Bombaci, 70 anni di Messina, consorte di Marie Chretiennot Pascale, entrambi difesi dall’avv. Alessandro Billè, si contesta soltanto l’ipotesi di accusa di “esercizio arbitrario delle proprie ragioni e di violenza privata” nei confronti dei 13 diportisti titolari di contratti di ormeggio, verso i quali sarebbero stati utilizzati metodi ritenuti illegali nella gestione dei contratti che i diportisti che hanno presentato querele ed esposti avevano sottoscritto con i precedenti gestori della struttura portuale. A proposito di questo aspetto, l’avv. Francecso Aurelio Chillemi ha prodotto documentazione, comprese sentenze, che dimostrerebbero che gli attuali amministratori del bacino portuale del complesso residenziale di Portorosa non potevano proporre o imporre aumenti delle somme in eccesso rispetto ai costi dei servizi portuali pattuiti con i precedenti gestori del porticciolo turistico.
Il procedimento è stato rinviato al prossimo 17 aprile. La giudice, infatti, si è riservata la decisione di trasmettere gli atti nuovamente alla Procura per la riformulazione del capo d’imputazione. E con molta probabilità dovrà valutare se eventualmente ammettere gli imputati alla richiesta di rito abbreviato.

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