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«Vittima del dovere», benefici economici ai parenti di un pompiere di Messina morto a 47 anni

Sentenza del Tribunale del lavoro di Messina sul caso di un vigile del fuoco

Il tribunale di Messina

Il Tribunale di Messina-Sezione lavoro ha riconosciuto ai congiunti di un vigile del fuoco morto a 47 anni per un «mesotelioma pleurico» contratto in servizio il diritto a conseguire i benefici economici previsti dalla normativa riguardante i soggetti «equiparati alle vittime del dovere».

Nel corso del procedimento è stato documentato come l’uomo, che ha lasciato moglie e tre figli, fosse stato esposto per molti anni «a notevoli disagi ambientali, nonché a prolungate situazioni patematiche» e, soprattutto, a «fattori tossici legati ai prodotti della combustione, tra cui la combustione di fibre d’amianto».

«Si tratta di un provvedimento estremamente importante – commenta l’avv. Massimo Mazzullo, che ha assistito i ricorrenti nel corso del giudizio – non solo perché ha riconosciuto i benefici economici previsti dalla legge, ma soprattutto perché ha ricordato e ribadito che la condizione di vittima del dovere ha natura di status cui consegue l’imprescrittibilità dell’azione volta al suo accertamento. Nel caso in esame infatti – spiega il legale – il Ministero competente aveva negato i benefici di legge ai figli della vittima (che avevano perduto il padre in tenerissima età) asserendo che il diritto doveva ritenersi prescritto. Una situazione che, purtroppo, si verifica di frequente poiché spesso i congiunti, soprattutto se si tratta di figli che hanno perduto il padre quando erano molto piccoli, prendono cognizione dei diritti riconosciuti loro dalla legge solo dopo molto tempo».

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