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Bancarotta fraudolenta a Capo d'Orlando: rinviato a giudizio l'ex sindaco Enzo Sindoni

Secondo quanto ricostruito nelle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, presunti dissesti finanziari per un ammontare complessivo di oltre 86 milioni di euro

Enzo Sindoni

Risponderà delle accuse a suo carico nel processo che si aprirà il prossimo 3 aprile, di fronte al collegio del Tribunale di Patti, l’imprenditore ed ex sindaco di Capo d’Orlando Enzo Sindoni. Il Gup Eugenio Aliquò, a conclusione dell’udienza preliminare celebrata ieri, ne ha infatti disposto il rinvio a giudizio per le imputazioni a suo carico legate, secondo la prospettazione investigativa, alla presunta bancarotta fraudolenta di tre società di cui Sindoni è stato ritenuto amministratore di fatto. Accuse per le quali dallo scorso 29 dicembre l’ex primo cittadino orlandino si trova agli arresti domiciliari, lo ricordiamo, dopo che la Suprema Corte di Cassazione aveva respinto il ricorso avverso la precedente ordinanza del Tribunale del Riesame di Messina che accolse la misura cautelare in origine negata dal Gip di Patti.
In rubrica, secondo quanto ricostruito nelle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, presunti dissesti finanziari per un ammontare complessivo di oltre 86 milioni di euro, con pendenze in larga parte nei confronti dell’erario, nell’ambito delle procedure fallimentari di società con sede a Capo d’Orlando, particolarmente note ed attive in svariati settori. Tra queste l’Orlandina Basket, per decenni all’apice della pallacanestro italiana con la massima serie raggiunta nel 2005 e di cui lo stesso Sindoni è stato amministratore e legale rappresentante, poi la Pubblisystem srl, già editrice dell’emittente televisiva “Antenna del Mediterraneo” ed il consorzio Upea (Unione Produttori Esportatori Agrumi) attivo nella commercializzazione dei prodotti agrumicoli. Queste ultime due, secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbero state gestite invece attraverso prestanome.

Per altri tre indagati, il giudice per l’udienza preliminare ha quindi pronunciato ieri il dispositivo di accoglimento delle richieste di patteggiamento, tutti con la sospensione condizionale della pena. Si tratta di Giuseppe Micale, imputato come amministratore dell’Upea, che ha patteggiato due anni di reclusione con le attenuanti generiche, con la confisca a suo carico per equivalente di beni per 185 mila euro qualora non fosse possibile la confisca diretta delle stesse disponibilità liquide e finanziarie della società agricola Upea. Patteggiamento della pena ad un anno e quattro mesi col riconoscimento delle attenuanti generiche per Maria Milone, che rispondeva in qualità di amministratore della Pubblisystem mentre Santino Gori, rappresentante legale del Consorzio Agridea, ha patteggiato otto mesi con le attenuanti per la contestazione relativa ad una fatturazione ritenuta fittizia. Rinviato a giudizio, infine, anche Francesco Ipsaro, imputato in concorso con Sindoni per un’ipotesi di malversazione di erogazioni pubbliche nella qualità di amministratore della società cooperativa “Terre di Demetra”.

Nel corso dell’udienza preliminare di ieri, alla presenza dell’avvocato difensore Carmelo Occhiuto e del pubblico ministero Andrea Apollonio, sostituto procuratore della Repubblica di Patti, è comparso lo stesso Enzo Sindoni, per cui la difesa ha proposto istanza di revoca della misura cautelare, il quale ha rilasciato spontanee dichiarazioni nelle quali ha sostanzialmente respinto gli addebiti contestati e fornito chiarimenti riguardo la ricostruzione operata dagli inquirenti dei fatti oggetto d’imputazione, riferiti al periodo tra il 2018 e il 2021. L’imprenditore risponde infine anche per un’ipotesi di minaccia a pubblico ufficiale che avrebbe proferito per via telefonica ad uno dei curatori fallimentari.

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