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Messina, dal consiglio comunale al tribunale: i fronti dello scontro Croce-De Luca

Ieri Maurizio Croce si è presentato in un’aula, ma non era quella del consiglio comunale, nella quale, finora, nel 2024 non si è mai fatto vedere. Era un’aula di tribunale, quella nella quale si svolgeva l’udienza che vede imputato Cateno De Luca, ex sindaco di Messina e attuale sindaco di Taormina, perché denunciato per diffamazione proprio da Croce. Quest’ultimo, rappresentato dall’avvocato Fabrizio Biondo di Palermo (De Luca, invece, è difeso dall’avvocato Salvatore Silvestro), ieri è stato ascoltato e ha ribadito i motivi che lo hanno spinto a sporgere querela.
Tutto nasce da una delle dirette mattutine di De Luca, quella, nello specifico, del 15 giugno 2022, a urne ancora “calde” e ad elezione a sindaco di Federico Basile appena acquisita. Quel giorno De Luca si toglie parecchi sassolini dalla scarpa, definisce «un grande bluff» la candidatura di Croce, contro il quale, in particolare, inveisce per aver diffuso un comunicato, duante la campagna elettorale, nel quale, in sostanza, accusava De Luca di frasi sessiste pronunciate nei confronti di Matilde Siracusano. «Porco, perché sei un porco» dice De Luca a Croce. «Schifoso, mer..so» aggiunge. E sono queste le frasi che inducono Croce a sporgere denuncia, come peraltro, nella stessa diretta, gli aveva suggerito di fare lo stesso De Luca: «Querelami, così ci divertiamo». Detto fatto. Un anno e mezzo dopo, la vicenda è finita in tribunale.
E si innesca nel bel mezzo di una bagarre politica che, qualche isolato più a nord, a Palazzo Zanca, vede proprio Maurizio Croce protagonista, nel mirino, in particolare, del presidente del consiglio comunale, il deluchiano Nello Pergolizzi.

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