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Messina, approvato il più “ingessato” dei bilanci di previsione: vale oltre 800 milioni

Sarà ricordato come il primo bilancio del percorso approvato del Piano di Riequilibrio. E sarà, altresì, ricordato come quello più “bloccato” che la storia recente ricordi a Messina. Nessun margine di manovra per i consiglieri comunali dell’opposizione che hanno provato a fare la loro parte nella stesura del previsionale 2024-26, ma senza successo perché tutte le poste sono ingessate da un carico di 42 milioni di accantonamenti sulle poste libere chiesti dalla Corte dei conti al momento dell’approvazione del piano di Riequilibrio. Sono per lo più i fondi da mettere da parte per poter far fronte all’intero computo dei debiti potenzialmente riconoscibili alla platea rimanente dei creditori. Da agosto tutti i creditori residui possono agire esecutivamente per recuperare i propri soldi con un pignoramento e Palazzo Zanca deve essere pronto a far fronte. Questo ha asciugato il bilancio e gli effetti si sono visti al momento della votazione. Compatta la maggioranza politica con 14 voti favorevoli, 11 i no del centrodestra e del Pd e un astenuto. Anche se poi è saltata l’immediata esecutività.
Partiamo dai numeri. Il previsionale del Comune vale 802 milioni di euro, con 288 milioni in spese correnti e 128 in conto capitale. Fra le pieghe delle tabelle si scopre quanto sia stato previsto per la prossima Tari: oltre 63 milioni, anche se poi sarà la tariffa a fare la differenza rispetto agli anni scorsi. 62 milioni il costo del personale dipendente, 23,5 andranno all’Atm, 13 alla Messina Social City, 3,3 milioni sono destinati ai costi della politica, 2,2 milioni quelli per la refezione, riscaldamento e cultura nelle scuole.

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