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Messina, il blitz di fondo Fucile e il ruolo chiave "dell'esperto" Tonino Guerrini

Guerrini era un esperto, conferma anche il collaboratore di giustizia Settimo Corritore, che fornisce alcune indicazioni finite tra le carte dell’inchiesta

Dopo che hanno fatto scena muta tutti gli indagati dell’inchiesta che ha portato a 26 arresti per droga a fondo Fucile, tra le figure chiave ancora da ascoltare, spicca – oltre ai fratelli Coppolino – quella di Tonino Guerrini.

La gip Simona Finocchiaro lo definisce «stabile fornitore» dei Coppolino, con i quali «non vi era un semplice rapporto di amicizia, ma un duraturo e risalente rapporto di cointeressenza illecita». Guerrini frequentava costantemente la casa di Andrea Coppolino e della compagna Caroline Currò, insieme alla moglie. Incontri nel corso dei quali i parlavano in codice, «con toni criptici», spiega il giudice, dello spaccio di droga, anche perché Guerrini viene descritto negli atti dell’inchiesta come uomo «particolarmente avvezzo alle dinamiche investigative».
E infatti spesso era lui a mettere in guardia Coppolino sul rischio che potesse essere nel mirino delle forze dell’ordine, dandogli delle dritte sulle precauzioni da prendere. Guerrini raccontava, ad esempio, di aver sostituito tutti i mobili di casa dopo una perquisizione, per il timore che fossero state installate delle microspie. Oppure si premurava, quando doveva incontrare qualcuno, che quest’ultimo lasciasse il telefono a distanza e che la conversazione avvenisse camminando per strada. A riprova di questo, anche a casa di Coppolino i criptici dialoghi tra i due avvenivano spesso e volentieri in balcone e a voce bassissima.
Un esperto, insomma, come del resto conferma anche il collaboratore di giustizia Settimo Corritore, che fornisce alcune indicazioni finite tra le carte dell’inchiesta. Corritore era organico al clan di Mangialupi ai tempi del boss Francesco Turiano, detto Nino Testa.

«Lo conosco – dice Corritore –, è del Cep. Ha un negozio di abbigliamento a Provinciale. Si chiama Tonino Guerrini, lo conosco da parecchio tempo. All’inizio si riforniva a Messina, poi si è ingrandito. Ha agganci su Catania. Un carico sequestrato su un pullman era suo. Lui è un fornitore di sostanze stupefacenti, io parlavo direttamente con lui. Ci andavo su disposizioni di Santino Di Pietro. So che ha dei ragazzi che lo aiutano, ma non li conosco. Guerrini lavorava per Nino Testa prima. Prima dell’operazione “Refriger” tutti acquistavano da Nino, nessuno aveva spazi. Guerrini come gli altri comprava da lui. Dopo l’arresto di Nino, gli altri hanno trovato i loro spazi, tra cui Guerrini. Guerrini era diventato un punto di riferimento per i rifornimenti di droga».

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