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L'oro di Cosa nostra a una ditta di Messina? In quattro a giudizio

Si chiude con quattro rinvii a giudizio e cinque patteggiamenti della pena l’udienza preliminare davanti alla gup Monia De Francesco per il filone d’inchiesta messinese nell’ambito del maxisequestro di oltre 15 milioni di euro e di due imprese “compro-oro” a Palermo, eseguito nel 2022 dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta sul maxi riciclaggio di metalli preziosi di provenienza illegale nel mandamento mafioso di Porta Nuova.
Al centro delle operazioni di presunto riciclaggio, secondo l’indagine gestita all’epoca dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dai sostituti Giulia Beux e Gaspare Spedale, c’erano infatti i rapporti commerciali con la Gold&Gold srl di Messina.
Il sequestro preventivo, disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo riguardò all’epoca 17 persone, tutte di Palermo, gravemente indiziate del reato di riciclaggio aggravato. Oggetto del provvedimento furono due “compro oro”, 10 rapporti finanziari, nonché denaro, beni mobili iscritti in pubblici registri, immobili, beni mobili e aziende, per oltre 15 milioni di euro.
A Messina l’indagine riguardò il 50enne Giuseppe Costantino, titolare della Gold&Gold srl, che all’epoca subì perquisizioni sia in relazione alla sua abitazione sia per i locali commerciali dell’impresa. L’ipotesi di reato a suo carico era in origine di riciclaggio legato all’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa di Palermo. L’uomo è stato assistito dagli avvocati Daniela Chillè e Bonni Candido (quest’ultimo anche come legale della Gold&Gold srl).

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